
La Guardia di finanza
Stradella (Pavia), 27 febbraio 2019 - Un maxi sequestro di oltre nove milioni di euro. L’operazione è stata portata a termine dalla Guardia di finanza di Pavia e riguarda Giancarlo Bolondi, 63 anni, nativo di Reggio Emilia e residente in Svizzera, considerato il “dominus” dell’organizzazione finita sotto processo, in corso a Pavia, per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e allo sfruttamento di centinaia di lavoratori impiegati in false cooperative (oltre 40 quelle scoperte) che operavano all’interno della “Città del Libro” di Stradella.
Un vero e proprio sistema di “caporalato” e di sfruttamento (turni di lavoro anche di 12 ore al giorno) emerso grazie agli investigatori delle Fiamme gialle con un’indagine che aveva preso il via nell’aprile del 2017 e che si era conclusa l’estate scorsa con un bilancio di 12 arresti, dopo che erano stati sentiti a verbale ben 300 lavoratori o ex lavoratori delle false coop. Il sequestro della Guardia di finanza è in esecuzione a un provvedimento emesso dal sostituto procuratore di Pavia Paolo Mazza e ha riguardato qualcosa come 154 immobili e 7 società, per complessivi 9,2 milioni di euro. Parte di questi beni già faceva parte del primo decreto di sequestro emesso all’atto del blitz della Guardia di finanza nel giugno dello scorso anno, poi annullato per un vizio di forma; parte, invece, è l’esito di una nuova complessa e articolata indagine avvenuta anche fuori confine, in particolare in Gran Bretagna. Qui le Fiamme gialle di Pavia hanno scoperto tre distinti soggetti giuridici riconducibili a Bolondi. Una di queste società deteneva una piccola percentuale di una società immobiliare con sede presso un commercialista di Monza. Le altre quote societarie, invece, erano detenute tramite un’insospettabile impiegata lodigiana che ne aveva “schermato”, come si dice in gergo, la titolarità tramite un’intestazione fiduciaria. L’impero immobiliare di Giancarlo Bolondi si estendeva dalla Lombardia alla Costa Smeralda, al lago di Garda e a Sestriere: in tutte queste località sono scattati i sigilli della Guardia di finanza.
Fra le diverse scoperte figura anche una società immobiliare creata a dicembre 2017, ovvero dopo i primi interventi delle Fiamme gialle alla Città del Libro di Stradella. La società, con un patrimonio immobiliare di alcuni milioni di euro, era stata poi rilevata dai parenti stretti del principale indagato, dietro versamento di quote per poco più di mille euro. Più o meno lo stipendio di un addetto a una delle tante coop (spesso cambiate con un sistema tipo “scatole cinesi”) per 10-12 ore di lavoro al giorno. Se l’ultimo, in ordine di tempo, è un sequestro consistente, non va tralasciato che altre 4 società riconducibili sempre a Bolondi erano state sequestrate nello scorso mese di novembre su disposizione del giudice per le indagini preliminari di Pavia, unitamente a crediti commerciali per oltre 3,7 milioni di euro. Un conto, quindi, “salatissimo”: quasi 13 milioni di euro sequestrati. Nell’organizzazione finita sotto accusa figuravano altre 11 persone, comprese tre donne. Ognuna di loro aveva un compito ben definito: dai cosiddetti “bracci operativi” che gestivano le false coop alla consulenza legale. Non sufficiente, però, a fermare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Pavia e della Guardia di finanza.