Ucciso per errore con un colpo di fucile alla testa: a sparare un cacciatore 19enne

Si chiamava Luciano Sanelli il cacciatore ucciso a Canneto Pavese, era residente a Redavalle, in Oltrepò Pavese, sposato e padre di tre figli di Pierangela Ravizza

Fucile, caccia, cacciatore: foto generica

Fucile, caccia, cacciatore: foto generica

Canneto Pavese, 13 ottobre 2014 - Un colpo micidiale, calibro 12 che non lascia scampo ad un cinghiale e che, invece, per sbaglio, ha colpito alla testa, uccidendolo, un cacciatore di 56 anni, Luciano Sanelli, residente a Redavalle, in Oltrepò Pavese, sposato e padre di tre figli. A sparare, secondo i primi accertamenti dei carabinieri di Stradella, un altro cacciatore, 19anni appena compiuti, residente a Casanova Lonati ed ora denunciato per omicidio colposo. Il giovane faceva parte di un gruppo di 33 cacciatori del gruppo cinghialisti “Recoaro” di Broni, guidati dal caposquadra Sergio Maggi e da ieri alle 9, impegnato in una battuta nella zona collinare. Il tragico incidente è avvenuto poco dopo le 13,30 lungo una strada che conduce alla frazione Casa Carrettieri, sul crinale collinare che separa Canneto Pavese dal monte di San Contardo di Broni. Uno dei cacciatori, Giovanni Bianchi, fra i primi ad accorrere, ha raccontato: «Sono arrivato in questa area e c’erano alcuni cacciatori che si sbracciavano. Non avendo sentito colpi quando ho visto un uomo a terra, pensavo ad un malore. Invece...è stata una vista terribile». E’ stato lanciato l’allarme al 118 ed è stato chiesto anche l’intervento di un elicottero da Niguarda (Milano), atterrato poco distante. Ma è stato tutto inutile: Luciano Sanelli, in attesa di andare in pensione, descritto come uno dei più esperti in questo tipo di battute, è morto sul colpo.

I carabinieri di Broni e del nucleo operativo della Compagnia di Stradella, coordinati dal capitano Vincenzo Scabotti, hanno ricostruito la dinamica. Sicuramente alla squadra dei 33 cacciatori era stato segnalato che alcuni cinghiali stavano risalendo la china della collina. Sanelli era nella parte alta, lungo la strada sterrata e sembra si fosse fermato, per ricaricare il fucile. Era girato, pare, quando è stato colpito da dietro alla nuca, come confermerebbe anche la prima ricognizione medico legale (l’autopsia martedi) effettuata dalla dottoressa Francesca Brandolini dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Pavia. Lo sparo mortale (ma non si esclude che ce ne possano essere stati altri, andati a vuoto) sarebbe partito da un sottostante vigneto in pendenza che lambisce la strada campestre. Quattro i cacciatori subito interrogati dai carabinieri, compresi due giovani, con regolare porto d’armi, ma affiancati, come impongono le regole in queste battute, da altrettanti cacciatori esperti. E fra di loro è stato individuato chi ha ucciso, per un tragico errore, Luciano Sanelli. L’episodio ha sollevato anche polemiche. Il cacciatore ucciso è stato colpito lungo una strada dove passano, anche in periodi di caccia, auto e pedoni, perché la frazione Carrettieri è abitata, soprattutto di domenica. «Sono molto preoccupata oltre che scossa per l’accaduto» ha commentato il sindaco di Canneto, Francesca Panizzari.