Pavia, la siccità fotografata dal satellite: "Bruciati 23mila ettari di risaie"

L’analisi dell’Ente nazionale di settore: i danni in Lomellina, nel Pavese, nel Lodigiano e nel Milanese

I campi rimasti totalmente a secco

I campi rimasti totalmente a secco

Pavia - ​Finora è stato lanciato un allarme, adesso grazie alle immagini satellitari elaborate con tecniche avanzate di intelligenza artificiale, arrivano i dati. La siccità ha bruciato 23mila ettari di risaie in Lomellina, nel Pavese, nel Milanese e nel Lodigiano, a cui si dovranno aggiungere danni parziali a coltivazioni che comunque saranno trebbiate. Lo sostiene l’Ente nazionale risi, che nei prossimi giorni diffonderà i risultati riguardanti il Piemonte. È la prima e precisa analisi effettuata dall’organismo che coordina il settore risicolo in Italia, che ha la sua maggiore produzione tra Lomellina e Pavese, con una media annua di 77mila ettari. Con lo scopo di stimare il calo produttivo dell’annata agraria in corso, l’Ente nazionale risi ha effettuato una valutazione dei danni causati dalla siccità sul territorio risicolo lombardo e piemontese.

I risultati hanno riportato che gli appezzamenti totalmente improduttivi a causa della siccità si sono localizzati prevalentemente in Lomellina (Zeme, San Giorgio Lomellina, Ottobiano e Cassolnovo), nel Pavese (Pavia, Torre d’Isola, Valle Salimbene, Albuzzano) e in maniera diffusa nel Milanese e nel Lodigiano. Per quanto riguarda la suddivisione dei danni nei quattro gruppi merceologici, si stima una perdita del 28% per il riso tondo; del 23% per il lungo A, utilizzato per preparare risotti come accade con il Carnaroli, il Baldo, il Roma e l’Arborio; del 22% per il lungo B e del 20% per il medio. La superficie investita a riso in Italia nel 2022 ha subito una riduzione di circa 9.000 ettari in conseguenza delle scelte colturali dei produttori, attestandosi intorno ai 218mila ettari.

Alla siccità bisogna aggiungere l’aumento dei costi che mettono a rischio 100mila aziende agricole in Italia. In agricoltura si registrano rincari, come sottolineano Coldiretti e Filiera Italia, dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare: il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, il 15% in più il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino al 70% la plastica.