
Il Pavia vuole giocare il campionato di serie D
Pavia, 6 giugno 2019 - Stadio Fortunati addio. Alla scadenza dei termini fissata per ieri, il Pavia che sul campo è retrocesso in Eccellenza ha presentato la domanda per essere ripescato e disputare il prossimo campionato di serie D. Ma non sul terreno di gioco di via Alzaia. Se dovesse essere ammesso alla categoria superiore, giocherebbe in un impianto sportivo della provincia, non a Pavia. L’escamotage è stato trovato dopo un lungo braccio di ferro con l’amministrazione comunale, sfociato in un consiglio comunale molto acceso che si è tenuto lunedì.
Nel corso del dibattito, il sindaco Fabrizio Fracassi ha detto chiaramente di non voler andare in galera per aver consentito a un privato di non saldare i debiti contratti con l’amministrazione pubblica. Al centro dello scontro, infatti, ci sono i soldi per il canone di locazione (35mila euro) e le utenze che il Pavia non ha pagato per la stagione appena conclusa e quella precedente: totale circa 160mila euro. Un fardello che dalla precedente proprietà è passato sulle spalle di quella attuale rappresentata da Giuseppe Nucera. «Per noi al primo posto c’è la sicurezza - ha detto il sindaco -, lo stadio non è in perfette condizioni. Dalla tribuna centrale sono caduti dei calcinacci, ci sono dei lavori da effettuare. Con gli importi dovuti si potrebbero realizzare».
Ma i tifosi non ci stanno e ieri mattina davanti al Comune hanno esposto, che subito è stato fatto rimuovere, uno striscione con scritto “108 anni di storia, rispettateci”. «Il Pavia calcio è sull’orlo del tracollo, nell’indifferenza di gran parte dei cittadini - hanno sostenuto i tifosi dei Sioux Pavia -. In questo momento di sconforto e impotenza, chiediamo ora più che mai a tifosi e appassionati di fare quadrato tutti assieme, per rispetto di chi in più di un secolo ha vestito la maglia del Pavia facendo sognare generazioni di pavesi».