"Se i reati saranno confermati calpestato il dolore della gente"

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"Se queste ipotesi di reato saranno confermate, vuol dire che si continua a calpestare il dolore della gente". Silvio Mingrino presiede l’Associazione nazionale vittime amianto, da 30 anni in prima linea. Lui stesso è stato duramente provato: il papà, ex dipendente Fibronit, è morto d’amianto nel 1999 a 62 anni e anche la mamma 73enne è stata uccisa dallo stesso killer.

Qualche spiraglio positivo tuttavia si intravede: "Considerando che il periodo di latenza della malattia può arrivare fino a 40-45 anni – sottolinea Giovanni Ferrari, direttore del Centro per il mesotelioma della Casa di comunità di Broni e primario di Medicina generale all’ospedale locale – parre che siamo in una situazione di plateau. La curva non sembra crescere, ma ancora non diminuisce". Solo nel centro specialistico di Broni i casi accertati sarebbero in media uno al mese. "Ma altri pazienti potrebbero essersi rivolti altrove – sottolinea Dimitrios Eleftheriou, pneumologo del Centro oltrepadano– Se per gli anziani la causa di morte è sicuramente l’esposizione all’amianto per motivi di lavoro, per alcuni più giovani è difficile capire le cause. L’ultimo caso è di un 59enne che fa tutt’altro lavoro e nessuno dei familiari è stato mai a contatto con l’amianto".

Sul fronte cure, qualcosa si muove: "Siamo convenzionati con l’Università di Pavia – aggiunge Eleftheriou – e ci sono nuove cure sperimentali. Due pazienti stanno seguendo terapie con cellule monoclonali." Sul piano politico, la presa di posizione del consigliere regionale Simone Verni (M5s ): "Avanti con la riperimetrazione del Sito di interesse nazionale includendo l’intera Broni".

P.R.