REDAZIONE PAVIA

Sciopero di avvertimento, Fim, Fiom e Uilm chiedono un futuro all'industria metalmeccanica

Sindacati Fim, Fiom e Uilm proclamano uno sciopero di avvertimento in tutta la provincia di Pavia per chiedere al Governo un piano industriale, defiscalizzazione e riforme per dare un futuro all'industria metalmeccanica. Adesione alta.

Sciopero di avvertimento, Fim, Fiom e Uilm chiedono un futuro all'industria metalmeccanica

Uno sciopero di avvertimento nei confronti del Governo e del sistema delle imprese. Lo hanno proclamato Fim, Fiom e Uilm per dare un futuro all’industria metalmeccanica. "Al nostro Paese serve un piano industriale – ha spiegato Gianluigi Sgorba (nella foto) della Fiom durante il presidio davanti alla Prefettura – e anche la provincia ne ha bisogno. Il manifatturiero soffre e il settore metalmeccanico pure. Non vediamo prospettive per il futuro, non vediamo che i fondi del Pnrr vengano adeguatamente utilizzati, siamo soltanto al 14% delle risorse spese e siamo preoccupati. Avevamo chiesto una serie di cose al Governo, rivedere la Legge Fornero, defiscalizzare gli aumenti contrattuali. E il Governo ha preso un’altra strada, poi c’è tutto il problema della salute e della sicurezza, senza dimenticare il welfare. I lavoratori dipendenti non sono trattati adeguatamente".

Lo sciopero a Pavia ha riguardato le ultime quattro ore di ciascun turno e ha avuto un’alta adesione. "È uno sciopero per il futuro – ha aggiunto Giuseppe Rossi, segretario generale Fim Pavia Lodi – in un momento in cui si deve fare una transizione ecologica, il settore metalmeccanico che rappresenta il 30% del Pil non può essere sottovalutato e il sindacato dev’essere ascoltato quando chiede un fondo per la transizione ecologica. Noi avremo l’impatto maggiore, pensiamo all’automotive, trasformare i motori delle automobili a scoppio in elettrici comporterà 90mila esuberi, poi c’è il settore delle caldaie che dal 2029 non potranno più essere a condensazione. Stimiamo che 40-50mila persone saranno in esubero".

I sindacati, tra le altre cose, chiedono l’apertura di tavoli di confronto su settori e filiere in difficoltà, l’incremento degli investimenti pubblici, il sostegno del reddito da lavoro e la riforma degli ammortizzatori sociali.

M.M.