Finita l’epoca delle scarpe Moreschi di Vigevano, i 59 lavoratori licenziati manifestano a Milano

I dipendenti della storica azienda di lusso si troveranno in due presidi davanti ai negozi del marchio. È l'ultimo grande calzaturificio rimasto attivo a Vigevano

Lo sciopero dei lavoratori Moreschi a metà aprile

Lo sciopero dei lavoratori Moreschi a metà aprile

Di quella che fu “capitale della scarpa” in Lombardia resta sempre meno. Dopo che la storica azienda Moreschi di Vigevano ha deciso di spostare la produzione, 59 dipendenti hanno perso il proprio impiego. Quei lavoratori, raggiunti il 19 febbraio da lettere di licenziamento collettivo, manifesteranno venerdì mattina con due presidi davanti ai negozi del marchio nel centro di Milano: dalle 10 alle 11 in via Manzoni 12 e dalle 11 alle 12 in via Sant'Andrea 12, nel quadrilatero della moda.

La proprietà dell'azienda, fondata nel 1946 dall’omonima famiglia e dal 2021 controllata dal fondo d'investimento svizzero Hurleys, ha deciso di cessare completamente la produzione a Vigevano, nel grande stabilimento di 70 mila metri quadri in via Cararola, inaugurato nel 2003, che all'epoca dava lavoro a 400 addetti. È l'ultimo grande calzaturificio rimasto attivo a Vigevano.

Lo scorso luglio la nuova proprietà aveva dismesso il reparto orlatura con i primi 27 licenziamenti. A Vigevano resterebbero solo gli uffici amministrativi, la ricerca e sviluppo del brand e la modelleria. Alla fine del 2022 è stato venduto anche l’immobile a una società che poi l’ha affittato alla Moreschi, con seguito di contenzioso legale per canoni non pagati. I programmi ne prevedono la chiusura completa a settembre.

I licenziamenti riguardano tutti gli addetti rimasti in produzione che proseguirebbe affidata a piccoli laboratori. Le maestranze, che a inizio marzo hanno ricevuto lo stipendio di gennaio e attendono ancora quello di febbraio (solo qualcuno avrebbe ottenuto degli acconti), per tre settimane hanno scioperato per un'ora al giorno e da una settimana hanno occupato gli uffici. Peraltro, secondo quanto riferiscono i sindacati, l'attività produttiva ultimamente sarebbe quasi azzerata per mancanza di materie prime.