NICOLETTA PISANU
Cronaca

Pavia, scandalo Bozzole: attesa per il verdetto

Il processo ai due romeni per il ricatto a luci rosse a due preti

Il tribunale di Pavia in un'immagine di repertorio (Torres)

Pavia, 30 maggio 2018 - Sta per giungere a conclusione l’iter giudiziario seguito a una delle vicende di cronaca più torbide della provincia di Pavia. Oggi pomeriggio è attesa la sentenza di primo grado per il processo dello scandalo Bozzole, che vede alla sbarra due cittadini romeni accusati di un ricatto a luci rosse ai danni di due sacerdoti del santuario di Garlasco. Flavius Savu, trentasette anni, e Florin Tanasie, ventisette anni, sono imputati per estorsione.

A processo sono assistiti dal legale difensore Roberto Grittini. Nel 2014 i due avrebbero ottenuto circa 150.000 euro dai preti sotto la minaccia di divulgare pubblicamente presunte registrazioni hard che li vedevano coinvolti durante incontri intimi. Ma non solo, avrebbero chiesto 250.000 euro alla Diocesi di Vigevano minacciando di far esplodere uno scandalo tramite le televisioni, inoltre avrebbero ricattato il sacrestano del santuario. Savu oltretutto è accusato di aver anche raggirato un’anziana, per farsi consegnare 27.000 euro mentendole e dicendole che il denaro serviva per curare parenti malati. Parti offese al procedimento sono don Gregorio Vitali, ex rettore del santuario, e don Pietro Rossoni. Per il loro ordine di appartenenza, la Congregazione della Sacra famiglia di Bergamo, l’avvocato Alessandro Ferrari ha chiesto un risarcimento di sessantamila euro. Il pm Roberto Valli invece nella scorsa udienza durante la sua requisitoria aveva chiesto le condanne dei due imputati: per Savu dieci anni di carcere, per Tanasie due anni e sei mesi. La difesa ha chiesto invece l’assoluzione.

Ora saranno i giudici del collegio del Tribunale di Pavia a decidere. Savu e Tanasie erano stati arrestati dai carabinieri, cui era stata denunciata la vicenda: i militari si travestirono da sacerdoti e li colsero in flagrante mentre erano intenti a ritirare una busta di denaro. I due precedentemente erano già noti, perché erano soliti mendicare in prossimità dell’ingresso del santuario. Savu e Tanasie non hanno assistito alle ultime udienze: Tanasie era risultato irreperibile, Savu invece si trovava in Europa da alcuni parenti.