
Sbranata dal pitbull fuggito di casa. Terzo indagato di omicidio colposo
Sono tre gli indagati per omicidio colposo. Tra i cosiddetti atti dovuti per l’inchiesta della Procura di Pavia sulla morte di Enrica Bensi, l’86enne uccisa sabato scorso dal pitbull a pochi passi da casa, alla frazione Ghiaie di Corana, c’è un terzo avviso di garanzia, nei confronti di quello che è risultato l’effettivo proprietario, o meglio tenutario, del cane. Già ascoltati dal magistrato alla presenza dell’avvocato nominato d’ufficio, erano stati subito indagati sia il 74enne che aveva materialmente aperto il cancello della casa in via Vittorio Emanuele, dalla quale era scappato l’animale, sia la nipote 24enne, che risulta la formale proprietaria di Demon, il pitbull di circa 5 anni che però stava stabilmente a casa dei genitori della giovane, che peraltro ha la residenza in un altro comune, a Silvano Pietra.
Di fatto, al di là della formalità della registrazione all’anagrafe canina, il vero padrone del cane è dunque il padre della 24enne, e figlio del 74enne che abita nello stesso paese, ma a un diverso indirizzo. Il nonno stava entrando nella casa di via Vittorio Emanuele quando l’animale gli è sfuggito, uscendo dal cancello e andando in strada ad aggredire mortalmente la donna, che abitava a pochi passi. Tutti e tre dunque, sia il nonno che il figlio e la nipote, sono indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo, con la Procura che ha disposto una serie di accertamenti sull’accaduto.
Dall’autopsia, in programma oggi all’Istituto di medicina legale di Pavia, è solo attesa la formale conferma del rapporto di causalità diretta tra la tragica morte dell’anziana e i morsi inferti dal pitbull, già evidente alla prima sommaria analisi del corpo con ferite non solo alle gambe ma soprattutto alla gola e al collo. E i tre indagati, per i diversi ruoli ricoperti nella tragica vicenda, sono chiamati a rispondere, con ipotesi colposa, dell’irreparabile danno provocato dal loro cane, che resta ancora sotto osservazione nel canile sanitario dell’Ats Pavia.
Da indiscrezioni, che in questa fase di indagini preliminari non possono essere formalmente confermate, i veterinari che hanno preso in carico l’animale starebbero osservando anche in canile un comportamento aggressivo del cane, ma le valutazioni saranno espresse dopo non meno di una decina di giorni di osservazione. E dovranno anche essere chiariti nell’inchiesta eventuali precedenti episodi di aggressività, se avvenuti, riferiti da alcune testimonianze però contrastanti.