Sarà il Tar a valutare il ricorso contro il “salvataggio“ della Giunta

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Sarà il Tar, del quale si attende a breve il pronunciamento, a stabilire l’ammissibilità del ricorso presentato dalle forze di opposizione contro il provvedimento del prefetto di Pavia che ha “salvato“ la Giunta del sindaco Andrea Ceffa dopo le dimissioni di massa del 30 novembre.

In un documento di 23 pagine, firmato dai consiglieri Giulio Onori, Rimma Garifullina, Furio Suvilla ed Emanuele Corsico Piccolini viene spiegato quanto avvenuto quella convulsa mattina in cui all’Ufficio protocollo si presentarono 12 consiglieri comunali e un delegato per depositare le 13 dimissioni che avrebbero causato l’immediata decadenza dell’attuale Amministrazione comunale.

La tensione era salita quando era sopraggiunto il consigliere di maggioranza Riccardo Capelli che, dopo aver firmato la sera precedente le dimissioni, nella notte aveva deciso di ritirarle. Secondo l’esposto in quella circostanza Capelli e gli assessori Scardillo ed Alessandrino avevano "bloccato la mera digitalizzazione delle 13 dimissioni già depositate e quindi già presentate al Protocollo". Per i ricorrenti "per revocare la procura notarile non è sufficiente chiedere al notaio di disporre un atto successivo di revoca ma occorre informare il procuratore revocato quale onere che tocca a chi chiede la revoca, operazione che, per stessa ammissione del consigliere Capelli, non è stata effettuata".

In sostanza per i consiglieri firmatari dell’esposto le dimissioni presentate erano da considerarsi tutte valide. L’allora prefetto di Pavia Paola Mannella aveva ravvisato che solo 12 dimissioni potevano essere considerate valide, di fatto evitando la decadenza di sindaco e Consiglio comunale e l’arrivo del commissario prefettizio. Da allora gli equilibri del governo della città sono risicatissimi: maggioranza e opposizione hanno gli stessi voti e quello del sindaco fa da spartiacque.

U.Z.