Saluto romano in strada, "assolveteli"

Pavia, la richiesta del difensore degli 11 esponenti di estrema destra a processo per il gesto del 5 novembre 2016

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di Nicoletta Pisanu

Chiesta l’assoluzione per undici imputati a processo in tribunale a Pavia con l’accusa di aver fatto il saluto fascista il 5 novembre 2016 nel corso di una pubblica manifestazione in commemorazione di Emanuele Zilli, militante del MSI - Movimento sociale italiano morto in città nel 1973. La Corte ha rinviato al 27 settembre per repliche e la lettura del dispositivo di sentenza. I filoni giudiziari avviati in seguito agli eventi del 5 novembre 2016 sono due. Il primo è relativo a una contro manifestazione organizzata dai gruppi antifascisti della città, per cui cinque persone sono finite a processo: il dibattimento è ancora in corso, la conclusione è attesa per gennaio del prossimo anno. L’altro filone invece riguarda appunto gli undici imputati, riconducibili ad ambienti di estrema destra, che per le accuse avrebbero fatto per tre volte il saluto fascista con il braccio destro teso. Un gesto comunemente noto, anche se in modo storicamente improprio, come saluto romano. Gli undici imputati sono stati stati accusati in base alla Legge Scelba che nel 1952 introdusse anche il reato di apologia del fascismo. Le difese degli imputati si sono associate alla richiesta dell’accusa, proponendo l’assoluzione. Parte civile al processo l’Anpi di Pavia, assistita dall’avvocato Marco Sommariva, che ieri ha chiesto invece la condanna. "Attendo fiducioso la sentenza, pur conscio dei precedenti sfavorevoli. Di certo, da quell’anno la manifestazione non venne più autorizzata e questo è un successo per la democrazia", ha commentato.

L’Anpi ha organizzato ieri un presidio davanti al Palazzo di giustizia: "I motivi per cui viene chiesta l’assoluzione sono che si trattava di una manifestazione meramente commemorativa e che non c’era per questo motivo nessun pericolo di diffusione della propaganda fascista", ha commentato Luca Casarotti, presidente del sodalizio antifascista pavese, che ha aggiunto come secondo l’Anpi "gli organizzatori erano consci che avrebbero avuto risonanza sulla stampa, le immagini del corteo comprese quelle del saluto romano non sono rimaste confinate tra gli inquirenti, sono state messe online".