Le associazioni “Vita da cani“, “Cuori liberi“ e “Lega nazionale per la difesa del cane“ avevano diffidato l’Ats a procedere con le uccisioni prima del giudizio collegiale del Tar al quale si erano rivolte per sospendere l’ordinanza di abbattimento dei suini del rifugio “Progetto cuori liberi“ di Sairano, Zinasco. Ieri il Tribunale amministrativo regionale avrebbe dovuto decidere nel merito. Però il 20 settembre con un blitz delle forze dell’ordine che hanno portato via gli attivisti in presidio da 14 giorni, i maiali sono stati abbattuti e così la decisione non è arrivata. Ma l’udienza non è stata inutile.
Si è concordato di procedere a integrare il ricorso per motivi aggiuntivi anche relativamente ad atti successivi all’ordinanza di abbattimento emessi dal commissario della peste suina, dal ministero della Salute e dalla Regione, e si fisserà prestun’udienza in cui verrà valutata la legittimità dell’operato di queste istituzioni nell’ambito delle misure di contenimento della peste suina africana che hanno portato all’abbattimento di circa 34mila capi in provincia. "Sarà fissata un’udienza in cui valutare la legittimità dell’operato di queste istituzioni pubbliche - spiega Sara D’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi -. Abbiamo una possibilità di ottenere giustizia per i maiali del rifugio “Cuori liberi“. Importante essere tantissimi a Milano". Domani è prevista la manifestazione nazionale “Giù le mani dai santuari“ organizzata dalla Rete e a Milano sotto il palazzo Lombardia, sono attese migliaia di persone.
"L’obiettivo della manifestazione è di ottenere che quello che è avvenuto a Sairano, sia nei confronti dei maiali che dei manifestanti, non succeda mai più – aggiunge D’Angelo –. Il 20 settembre ci ha colpiti una violenza senza precedenti e non intendiamo arretrare di un passo. Vogliamo che tutti gli animali ospiti nei rifugi in Italia ottengano, sia dal punto di vista giuridico e attuativo, uno status privilegiato che li metta definitivamente, e senza eccezioni, al riparo dalle dinamiche economiche". Con decreto del 7 marzo il ministero della Salute ha riconosciuto come non equiparabili ad allevamenti i rifugi permanenti per animali non destinati al consumo umano. "I rifugi sono il simbolo di una convivenza diversa e possibile con le altre specie", conclude D’Angelo.