"Vogliamo tornare nel mondo": primo Pavia Pride dopo la pandemia

Nel tragitto da corso Garibaldi a piazza Leonardo da Vinci sono state ascoltate testimonianze importanti

Alcune delle partecipanti al corteo

Alcune delle partecipanti al corteo

Pavia - Un peso doppio, quello delle restrizioni e dell’omolesbobitransfobia, ancora più duramente praticata nelle stanze chiuse. Durante la pandemia molte persone Lgbti si sono sentite così. Per questo il tema dell’ottava edizione del Pavia Pride organizzata da Coming-Aut e patrocinato da Provincia e Comune, che si è svolta ieri (circa 6mila i presenti) e in contemporanea a Cremona, Bergamo, Monza, Cuneo e Torre Annunziata era “Tornare fuori“. "Vogliamo tornare ad abitare il mondo, a costruirlo, tornare fuori e respirare dopo i due anni durissimi di pandemia" ha detto il presidente di Coming Aut Davide Podavini. Tornare fuori, però, vuole anche dire "tornare alla realtà, nella fisicità degli spazi, nella verità delle relazioni, per rappresentarci fino in fondo per quello che siamo".

Durante il percorso partito dalla nuova sede di Coming Aut in corso Garibaldi per arrivare in piazza Leonardo da Vinci sono anche state ascoltate testimonianze importanti come quella della madrina della manifestazione, Porpora Marcasciano, attivista, scrittrice ed ora anche politica. "Il Pride è la nostra festa di liberazione - ha detto Marcasciano, icona della transessualità italiana - e noi vogliamo riempire le piazze e i vicoli per mostrare quanto siamo favolosi". Molti gli inviti che diverse persone famose nei giorni scorsi hanno rivolto ai lombardi per farli partecipare al Pride al quale è intervenuto anche Paolo Gorgoni, che si esibisce con il nome d’arte di Paula Lovely ed è stato madrina del Pride di Lisbona.