MANUELA MARZIANI
Cronaca

Previsti 211mila volatili: "No alle galline ovaiole". La battaglia entra nel vivo

Un comitato di cittadini e ambientalisti: nessun vantaggio per il territorio. La prima conferenza di servizi per valutare il progetto si è conclusa con un rinvio.

Previsti 211mila volatili: "No alle galline ovaiole". La battaglia entra nel vivo

Previsti 211mila volatili: "No alle galline ovaiole". La battaglia entra nel vivo

Un allevamento di galline ovaiole in voliera, che dovrebbe nascere in provincia di Pavia, ma a 50 metri dalle case di Molino dei Torti, nell’Alessandrino. Di questo si è parlato l’altro giorno nella prima conferenza dei servizi per la valutazione del progetto, che si è chiusa con un rinvio. C’è tempo fino al 15 giugno ora per presentare osservazioni in vista del prossimo appuntamento del 20 e il Comitato “Per la salute della bassa Valle Scrivia – Stop allevamenti“, insieme alla Lav e alle associazioni ambientaliste sono al lavoro. "Da un progetto iniziale per 60mila posti – dice Bianca Boldrini della Lav – siamo arrivati a 211mila con un impatto evidentemente deleterio per i territori, In conferenza di servizi l’azienda ha fatto notare i vantaggi del sistema sottolineando come gli allevamenti industriali siano gli unici sostenibili. Ma il maxi-allevamento non porterebbe certo alcun vantaggio o indotto al territorio, arricchirebbe pochi a discapito di molti. Le attività produttive zootecniche, infatti, notoriamente impiegano numeri esigui di operatori, con effetti nulli sull’occupazione locale e pesanti ricadute sul territorio". Legambiente poi è preoccupata per "l’inquinamento da ammoniaca e pm10, l’utilizzo di antibiotici e la gestione di ingenti quantitativi di liquami, oltre ai rischi connessi alla diffusione di agenti patogeni come il virus dell’aviaria". L’allevamento dovrebbe sorgere su una superficie di 35mila metri quadrati, a 2 chilometri dall’Oasi naturalistica “Le Folaghe”, in un territorio di origine alluvionale, estremamente delicato.

"Gli amministratori contrari sono sul piede di guerra contro qualcosa che non porterà benessere ma solo disastro sui propri territori – aggiungono gli esponenti del Comitato –. I quattro capannoni che il progetto prevede per l’allevamento di Casei Gerola, a poche centinaia di metri dalle prime case, non avrebbero solo un impatto ambientale, ma anche gravi conseguenze sulle condizioni degli animali coinvolti. Lo stop a nuove aperture o riaperture di stabilimenti zootecnici deve essere considerata una misura di politica locale essenziale". Secondo la Lav "ancora non tutto è perduto. Insistiamo perché il nuovo allevamento non venga costruito e auspichiamo che il Comune di Casei Gerola cambi idea e non supporti un progetto tanto devastante. In un territorio già densamente zootecnico come quello pavese, dove i disastri della zootecnia sono visibili a tutti, inclusa anche l’esplosione della peste suina in allevamenti di maiali, la lotta contro questa apertura è fortemente simbolica".