Sindaco denunciato da parroco nel Pavese, Giorgio Falbo a processo per diffamazione: cosa è successo

Barbianello, don Gianfranco Maggi accusa il primo cittadino di aver scritto in una lettera, recapitata ai residenti, che il parroco è “un uomo che ha perso la dignità”. Il paese si divide

Don Camillo e Peppone

Don Camillo e Peppone

Barbianello (Pavia), 17 aprile 2024 – Giovannino Guareschi sul dualismo tra don Camillo e Peppone negli anni ‘50 ha costruito un mito, che a quanto pare resiste anche 70 anni dopo. Un assaggio si è avuto in tribunale dove ieri sono comparsi il sindaco di un piccolo centro oltreopadano, Giorgio Falbo, il moderno Peppone e il parroco, Gianfranco Maggi, un don Camillo del Duemila. A denunciare per diffamazione il primo cittadino è stato il parroco per delle lettere recapitate ai cittadini firmate dal sindaco.

Nell’era dei computer, quindi, i don Camillo e Peppone di oggi si sfidano ancora con un mezzo “antico”, la carta alla quale si aggiungerebbero anche alcuni messaggi sul cellulare. Ma il sindaco, che è nuovamente candidato alle elezioni dell’8 e 9 giugno, si difende sostenendo di non essere stato visto imbucare le lettere e, quindi secondo i suoi legali Isabella Cerutti e Luca Angeleri non sussisterebbe la diffamazione. Don Gianfranco, invece, anche con alcuni testimoni, ha replicato che in due missive era stato scritto che il parroco sarebbe “un uomo che ha perso la dignità”.

Parole forti che i testimoni in aula hanno ritenuto immotivate perché “il don è una persona specchiata che ha fatto soltanto del bene a Barbianello”. Ma nessuno ha visto chi imbucava le lettere. E il paese, che conta poco più di 800 anime, si divide tra le due fazioni, tra chi sta dalla parte del sindaco e chi da quella del don. Il processo riprenderà il 28 maggio, quando potrebbe arrivare la sentenza, che i legali di Falbo sono convinti sarà di assoluzione.