
IN AZIONE Sono stati i vigili di Pavia a identificarlo (Torres)vigili urbani in moto municipale polizia - fot torres pavia
Pavia, 23 giugno 2015 - Al dormitorio del Villaggio San Francesco non c’era più tornato. Ma dagli indumenti che lì aveva lasciato era stato prelevato il Dna confrontato con quello delle tracce rinvenute sulla Fiat Punto azzurra abbandonata a Casarile prima di tornare in Egitto. Ora è finito in carcere il pirata di via Solferino. Edris Shehata Roshdy Attia, 21enne egiziano, era stato identificato dalle attività d’indagine della Polizia locale del Comune di Pavia, comandata da Flaviano Crocco, e nei suoi confronti la Procura di Pavia aveva emesso un decreto di fermo, con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e fuga, per l’investimento del 40enne Rocco Di Nicola, lo scorso 16 marzo in via Solferino al quartiere Vallone. Fuggito da Pavia, era tornato in Egitto. Quando ancora non era stata resa pubblica la sua identificazione, erano stati fatti dei tentativi tramite social network per farlo rientrare a Pavia, ma non aveva ‘abboccato’. Un’agente, infatti, si era finta interessata a intrecciare una relazione con lui. La trappola però non era scattata. I suoi spostamenti sono stati quindi monitorati sia attraverso i tabulati telefonici sia attraverso i social network: sulla sua pagina di Facebook aveva preannunciato il suo rientro in Italia.
I vigili, avendo la competenza territoriale solo entro i confini comunali, avevano però allertato le forze dell’ordine del Milanese, dove sembrava che il 21enne egiziano si trovasse. Un tentativo di rintracciarlo, sabato scorso, non aveva avuto esito positivo. Ma poi domenica pomeriggio è stato intercettato durante un normale servizio di controllo dei carabinieri, a Brugherio: le verifiche sui documenti hanno fatto emergere al terminale il decreto di fermo spiccato nei suoi confronti. Ed è così scattato l’arresto e il 21enne è stato portato in cracere a Monza, in attesa dell’udienza di convalida, entro 72 ore dal fermo, che spetta per competenza al Gip di Monza, che poi ripasserà il fascicolo alla Procura di Pavia. Edris Shehata Roshdy Attia era stato identificato grazie a un’intesa e rapida attività d’indagine della Polizia locale, che aveva recuperato sul posto dell’incidente frammenti persi dalla Fiat Punto azzurra che l’egiziano aveva appena acquistato da un altro extracomunitario residente nel Pavese, anche se il passaggio di proprietà non era ancora stato formalizzato quando c’era stato il tragico investimento in via Solferino.
stefano.zanette@ilgiorno.net