Stefano Zanette
Cronaca

Peste suina, a Pavia gli allevatori chiedono meno vincoli: “Un mese senza focolai”

L’appello degli allevatori: "Ormai da un mese non ci sono nuovi focolai. Vogliamo poter continuare a lavorare. A rischio c’è anche l’indotto".

Peste suina da contenere: "Adesso meno vincoli"

Peste suina da contenere: "Adesso meno vincoli"

PAVIA – "Ormai da un mese non si riscontrano altri focolai, ciò significa che le misure di sicurezza funzionano". Carlo Emilio Zucchella, presidente di Cia Pavia, lo sottolinea chiedendo che per la Psa (Peste suina africana) "sia deciso di modificare le zone di protezione e sorveglianza, inserendo la maggior parte della provincia di Pavia in zona 1, che ha regole meno restrittive".

L’appello è lanciato in vista della discussione in Commissione Europea, lunedì 6 novembre, sulla zonizzazione che attualmente riguarda 172 comuni e che dovrebbe restare in vigore fino al 18 novembre. "Gli allevatori, così come le associazioni di categoria - prosegue Zucchella - non confidano negli indennizzi (anche perché servirebbero milioni di euro per salvare il comparto) ma chiedono di poter continuare a lavorare".

Il problema degli allevatori sono i vincoli imposti nella “zona di restrizione 2“, in particolare per i limiti alla movimentazione dei suini, con una situazione denunciata come "insostenibile". "Gli allevatori - spiegano dalla Cia Pavia - non hanno alcuna entrata da quasi due mesi, nel frattempo lievitano costantemente i costi di mantenimento degli animali, della sorveglianza veterinaria, delle misure di biosicurezza, mettendo a rischio anche l’indotto che ruota intorno al comparto come i mangimifici, i rivenditori di macchinari agricoli e di prodotti fitosanitari".

"Attualmente ci sono 30mila capi - dice ancora Zucchella - che andrebbero macellati il prima possibile. Tra due settimane il quadro si aggraverà ulteriormente, col rischio a fine novembre di averne 60mila, numeri esorbitanti, è per questo che va gestita la destinazione delle carni il prima possibile". Una situazione che per gli allevatori impone scelte imminenti: "È giunto il momento di decidere - spiega ancora il presidente di Cia Pavia - o si abbattono gli animali, auspicando indennizzi, oppure, come speriamo accada, dovranno essere presto limitate le zone di protezione e sorveglianza. Serve però un impegno di tutti, dalle istituzioni ai privati, per aiutare un comparto che rischia di collassare portandosi dietro tutti gli attori della filiera".