
Il tribunale di Pavia
Pavia, 5 novembre 2015 - Avevano organizzato un sistema illecito per garantire permessi di soggiorno agli immigrati. Scoperti, nel 2008 erano stati indagati per associazione a delinquere, ora sono a processo in tribunale a Pavia. La traduttrice marocchina S.B.C., che lavorava anche per le istituzioni, i maghrebini E.R., J.A., B.N., H.H.S.B.M, L.B.Y. e L.W., oltre all'italiano A.V.E., secondo le accuse erano d'accordo tra di loro per favorire l'insediamento dei clandestini. Il piano consisteva nel fornire assunzioni e posti di lavoro fittizi, come garanzia per richiedere il permesso di soggiorno. Gli indirizzi delle aziende fittizie talvolta corrispondevano a quelli di case abbandonate e cascine in campagna. Le autorità si sono accorte di quanto stava accadendo, indagate inizialmente per l'ipotesi accusatoria prevista dall'articolo 416 del codice penale erano dieci persone, ma tre di loro hanno scelto di uscire dal procedimento subito, patteggiando. Per gli altri si è aperto il dibattimento.