Pavia - Ha patteggiato due anni di reclusione con sospensione condizionale della pena Francesco Castaldo, 50enne di Albuzzano, accusato dell’omicidio stradale della ciclista Maria Vinetti. La donna, 68 anni, era stata investita dal suv Toyota condotto da Castaldo in via Folperti a Pavia nel dicembre 2020, mentre stava pedalando sulla sua bicicletta. Secondo la ricostruzione dell’accaduto il suv avrebbe avuto la precedenza sulla bicicletta, ma la velocità della vettura sarebbe stata comunque elevata: entrambi elementi che avrebbero contribuito alla dinamica dell’incidente mortale.
Tra le ipotesi difensive, per Castaldo era stato valutata anche la scelta dell’iter giudiziario del rito abbreviato, che consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, ma poi le parti hanno concordato di procedere con il patteggiamento: "Una valutazione corretta che consente di chiudere questa vicenda chiaramente negativa sia per i parenti della parte offesa che per l’imputato", ha commentato l’avvocato Massimo Marmonti, che ha assistito Castaldo.
La quantificazione economica del danno era già stata liquidata separatamente ai parenti della vittima. Domani invece in tribunale si terrà l’udienza per l’altra persona coinvolta nella vicenda, Cristian Milo, 30 anni, passeggero del suv che travolse la donna.
Assistito dal difensore Simona Rona, Milo aveva già chiesto di patteggiare in precedenza e quindi la sua posizione era stata stralciata e aveva seguito un percorso differente da Castaldo. Domani si deciderà se accogliere la sua richiesta di patteggiamento. L’incidente si era verificato intorno alle 20 del 12 dicembre 2020. Vinetti proveniva da via Marconi e si era immessa in via Folperti, dove stava sopraggiungendo il suv Toyota.
L’impatto fu molto violento , la ciclista venne sbalzata a diversi metri di distanza. Castaldo alla guida del mezzo con il parabrezza distrutto si era allontanato dal luogo dell’accaduto e aveva poi abbandonato la vettura nel rione Scala. Solo il giorno seguente si era presentato in modo spontaneo alle forze dell’ordine. La vicenda aveva molto colpito sia la comunità pavese che le associazioni per la tutela dei ciclisti. Sul luogo dell’incidente era anche stata posizionata una bici bianca nell’ambito dell’iniziativa “ghost bike“, svolta anche in altre città in memoria delle vittime.