Pavia, consigliere comunale scopre di essere nato in un paese che non esiste più

Il piccolo centro, che ha cambiato denominazione, riappare sui moduli Istat. E non si può modificare

Il consigliere Pd Luigi Furini ha fatto  la scoperta con il censimento

Il consigliere Pd Luigi Furini ha fatto la scoperta con il censimento

Pavia, 5 febbraio 2018 - C'era una volta Calcababbio. Gli ingredienti tipici delle favole in questa storia ci sono tutti. In un paese della provincia di Pavia, infatti, tanti anni fa vivevano molti rospi. I “babi”, in dialetto. Ed erano talmente diffusi che gli abitanti del piccolo centro, invece di baciarli nel tentativo di tarformarli in principi, quando camminavano per le strade li schiacciavano. Da qui il loro paese era stato denominato Calcababbio. Al re Umberto I, in visita in paese, però, non deve essere capitato di calpestare un rospo. Il monarca, arrivando avrebbe commentato «Oh, che longa vila!» e così quel nome poco regale, Calcababbio, venne cambiato in Lungavilla.

Fu un regio decreto del 23 dicembre 1894 a cambiare il nome al centro che oggi conta 354 abitanti e nessuno avrebbe mai creduto che, oltre 130 anni dopo, quel Calcababbio potesse riemergere dalle nebbie. Invece è accaduto, perché c’è chi risulta nato a Calcababbio anche se nel frattempo si era già abituata ad essere Lungavilla. È il caso di Luigi Furini, giornalista di 65 anni, che risiede a Pavia dove rappresenta il Pd in Consiglio comunale ed è un noto tifoso dell’Inter. Proprio come residente a Pavia, quando a Furini sono arrivate due grandi buste dell’Istat per partecipare al censimento che si effettua a campione nei capoluoghi di provincia, nel compilare i documenti si è accorto di essere nato a Calcababbio.

«Conoscevo la storia - ha raccontato Furini - ma sapevo anche di essere nato a Lungavilla, come risulta all’anagrafe. Siccome però l’Istat prende i dati anche dalle parrocchie o da altre fonti, io sono nato a Calcababbio». E il dato non si può cambiare perché il luogo di nascita non muta nel corso della vita. «Si può cambiare il titolo di studio - ha proseguito Furini - il numero dei figli, ma il luogo di nascita no. Sono nato a Calcababbio anche se non ho 135 anni». E, come accaduto al consigliere comunale pavese, anche altri nati a Turro, quartiere di Milano che fino al 1918 costituì un comune autonomo non sono milanesi e lo stesso capita a chi ha visto la luce a Secondigliano, zona di Napoli.