NICOLETTA PISANU
Cronaca

Parla l’assessore con la pistola: "Dello sparo non ricordo nulla"

L’ex responsabile della Sicurezza Massimo Adriatici è accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Dalla sua pistola il colpo che uccise il trentanovenne Youns El Boussettaoui. "Ho estratto l’arma per paura".

Parla l’assessore con la pistola: "Dello sparo non ricordo nulla"

Da sinistra, Massimo Adriatici con i suoi difensori Luca Gastini e Gabriele Pipicelli ieri all’ingresso del tribunale di Pavia (Torres)

"Non ricordo" il momento dello sparo. L’ex assessore comunale alla Sicurezza di Voghera, Massimo Adriatici, cinquant’anni, accusato di eccesso colposo di legittima difesa per aver ucciso con un colpo di pistola il trentanovenne Youns El Boussettaoui il 20 luglio 2021 in piazza Meardi nella città dell’Oltrepò Pavese, ieri in aula in tribunale a Pavia si è sottoposto all’esame e ha quindi fornito la sua versione dell’accaduto. Adriatici ha rievocato, rispondendo al pm Roberto Valli, la serata in cui è avvenuto il fatto contestato. L’ex assessore era in giro in centro a Voghera e aveva con sé la sua pistola Beretta calibro 22, regolarmente detenuta, portata con colpo in canna e senza sicura inserita. In prossimità di un bar di piazza Meardi è sorta la discussione con El Boussettaoui che, secondo il resoconto dell’imputato, stava infastidendo alcuni presenti. Durante l’esame, ha spiegato di aver estratto la pistola per paura, agendo d’istinto. Tuttavia, Adriatici non ha saputo raccontare attimo per attimo la sequenza che ha portato allo sparo e al conseguente grave ferimento di El Boussettaoui, deceduto successivamente a causa del trauma riportato. L’imputato ha infatti spiegato di avere un vuoto e di non ricordare nulla di quel momento. Il pm gli ha però contestato di essere stato preciso quella sera dicendo che sicuramente gli era partito un colpo anche se inavvertitamente.

Secondo la ricostruzione dell’accaduto agli atti, come emersa dalle indagini, El Boussettaoui avrebbe colpito con una manata Adriatici, che era quindi caduto. Poi, lo sparo: El Boussettaoui era stato colpito al torace e, nonostante i soccorsi, era poi deceduto. Il processo riprenderà il 4 ottobre con i testimoni della difesa, proseguirà il 16 ottobre con l’audizione di un consulente, poi il 23 ottobre inizierà la discussione con la requisitoria del pm. A seguire, il 6 novembre è attesa la sentenza. L’accaduto e il conseguente processo che vedono coinvolto Adriatici hanno avuto molta risonanza non solo a livello locale, dove l’ex assessore eletto per la Lega alle amministrative 2020 e di professione avvocato è molto conosciuto, ma anche nazionale. Sin dall’inizio della vicenda, la difesa sostiene che si sia trattato di un caso di legittima difesa pura, mentre i legali delle parti civili, che assistono cioè i familiari della vittima, hanno sempre sostenuto che invece fosse un omicidio volontario. Avviato l’iter giudiziario, Adriatici aveva rinunciato all’udienza preliminare ed era approdato quindi al dibattimento: aveva richiesto l’accesso a un percorso di giustizia riparativa, ma la Corte non aveva accolto l’istanza. I legali della difesa avevano raggiunto un accordo economico con la vedova della parte offesa, che aveva quindi ritirato la costituzione di parte civile, mentre restano costituiti al processo genitori, fratelli e sorelle di El Boussettaoui.