Pavia – Incroceranno le braccia i quattro dipendenti del Comune che si occupano del palaRavizza e del campo Coni. Stanchi della difficile situazione che si è venuta a creare, domenica non lavoreranno anche se la struttura di via Treves dovrebbe ospitare l’iniziativa di una comunità straniera. È da ottobre 2023 che va avanti un braccio di ferro tra sindacati e dirigente di settore per rimuovere alcune situazioni ritenute illegittime.
"I turni vengono predisposti su sette giorni - spiega il responsabile delle amministrazioni locali della Uil, Maurizio Poggi - e i “riposi“ concessi per lo più, nelle giornate festive, in modo da massimizzare le presenze, sono insufficienti. Quando le strutture non sono operative in alcune domeniche o festività infrasettimanali, il personale viene considerato in ferie o deve giustificare l’assenza. E questo non accade in altri settori".
Quattro addetti per il palazzetto dello sport e il campo Coni secondo la Uil sono troppo pochi. "I cambi turno sono frequenti - aggiunge Poggi -, hanno notevoli difficoltà nel programmare la propria vita privata, non godono della “reperibilità“ e talvolta ottengono il riposo dopo 14 giorni. Inoltre difficilmente si trovano in coppia e, dovendo controllare anche il campo Coni può accadere che si verifichino dei piccoli problemi subito riscontrati dai dirigenti che fanno partire i provvedimenti disciplinari".
Per questi motivi in aprile la Uil aveva proclamato lo stato d’agitazione con un tentativo di conciliazione esperito, nonostante quello erogato non sia un servizio pubblico essenziale. "Siamo andati in prefettura nella speranza di trovare una soluzione - spiega Poggi -. Speravamo di poter ottenere un operatore in più prendendolo dalla graduatoria ancora aperta o da un’agenzia interinale, invece non c’è stata alcuna disponibilità. Di conseguenza abbiamo fatto scattare il blocco degli straordinari, che è stato eluso con uno stratagemma sui turni. In questo modo gli operatori lavorerebbero quattro domeniche al mese, eppure uno di loro che studia, avrebbe diritto a non lavorare nei giorni festivi. Valuteremo se sia un comportamento corretto quello adottato dal dirigente. Di certo una simile situazione fa “scappare“ tutti. Un addetto dal 1° giugno si sposterà in un altro Comune e gli altri hanno chiesto di essere trasferiti. Eppure vorrebbero solo che venisse assunta un’altra persona in modo da avere turni su 6 giorni e lavorare una sola domenica al mese".