
L’uomo le aveva anche tagliato i capelli dopo la scoperta di messaggini d’amore
Pavia, 19 dicembre 2020 - La figlia dodicenne a una festa in un centro estivo si era tolta il velo dal capo: il padre le aveva imposto di indossarlo, con l’uso della forza. Quando il genitore era venuto a sapere del gesto della ragazza, l’aveva picchiata. Dopo la scoperta di alcuni messaggi d’amore scambiati con un coetaneo, oltre alle botte le aveva tagliato i capelli contro la sua volontà. Per tali angherie, oltre ad altri episodi contestati dello stesso tenore, il padre egiziano di 48 anni è stato condannato dal tribunale di Pavia a un anno e dieci mesi di reclusione. Secondo le accuse, gli abusi sarebbero iniziati quando la figlia aveva cinque anni. Almeno tre volte alla settimana, quando non quotidianamente, l’uomo picchiava la ragazza dandole pugni, schiaffi e colpendola con la fibbia della cintura.
La ragazza si rifiutava di tenere una condotta conforme alle regole della religione islamica, lui le dava comandi e se lei non ubbidiva scattavano le violenze. La situazione di tensione coinvolgeva anche la sorellina minore della giovane, anch’ella maltrattata dal padre. Il culmine è stato raggiunto il 4 luglio 2018. In quella giornata, il padre aveva saputo che la ragazza non aveva finito di fare le faccende domestiche, non aveva accudito la sorella né pregato: l’uomo ha dato in escandescenza e, davanti agli occhi della madre della ragazza che non è intervenuta in difesa della figlia, l’ha presa a pugni, per poi afferrarla per i capelli provocandole lesioni giudicate guaribili in quindici giorni. La famiglia oltretutto era in procinto di partire per l’Egitto, loro terra d’origine, per le ferie: il padre ha minacciato la ragazza che l’avrebbe tenuta nel Paese straniero contro la sua volontà per educarla ai principi islamici. Ma la situazione era venuta a galla.