NICOLETTA PISANU
Cronaca

Agricoltore ammazzato a fucilate, la famiglia: "Nessun rancore per Matteo che ha ucciso nostro zio"

Il muratore ha ucciso il contadino dopo una lite legata ad alcuni lavori edili. Dopo le fucilate non c'è rancore e le due famiglie sono unite dal lutto

I RILIEVI Un carabinieri analizza il trattore che Maurizio Varesi (59 anni) guidava quando è stato ucciso da Matteo Zanini (35) (Sacchiero)

Sannazzaro de' Burgondi - "Cercheremo di organizzare i funerali in giorni diversi, così da poter partecipare a entrambi". Così spiega Paolo Varesi, uno dei nipoti di Maurizio, l’agricoltore di 59 anni ucciso domenica pomeriggio a Sannazzaro da Matteo Zanini, 35enne muratore di Scaldasole che dopo aver compiuto l’omicidio si è tolto la vita. Le due famiglie sono unite nel lutto: «Una tragedia inaspettata. È successo. Conoscevamo Matteo da anni, eravamo amici d’infanzia e siamo cresciuti insieme, questa vicenda non cambierà i rapporti con i suoi – racconta Paolo –. Mio zio aveva un carattere difficile, ruvido. Matteo è sempre stato mite e tranquillo, molto disponibile sul lavoro. Non era una persona di cui avere paura».

Maurizio Varesi abitava nella cascina di frazione Buscarella con il fratello Roberto, la cognata e i nipoti David e, appunto, Paolo: «Al momento dello sparo eravamo tutti presenti in cascina. Però ci trovavamo piuttosto lontano dal cortile, abbiamo sentito il colpo ma abbiamo pensato si trattasse di uno pneumatico scoppiato, non abbiamo pensato subito a una fucilata – prosegue –. Poi, è arrivato il padre di Matteo convinto che suo figlio fosse qui. Ha detto che Matteo lo aveva chiamato raccontando che aveva ucciso mio zio. Noi non ci credevamo, siamo corsi a vedere e l’abbiamo effettivamente trovato accasciato sul trattore. Matteo era sparito, poi abbiamo scoperto che era morto anche lui». Maurizio Varesi è morto nella cabina di guida del mezzo agricolo, raggiunto al volto dalla fucilata, mentre Zanini si è tolto la vita sulla sua Panda, in una strada sterrata isolata, poco lontano dal cimitero di Scaldasole, paese in cui abitava, a circa cinque chilometri dal luogo del delitto. L’autopsia sui due corpi si svolgerà stamattina all’Istituto di medicina legale di Pavia.

Il giorno prima, sabato pomeriggio, i due avevano avuto un diverbio: «Un commento personale di mio zio, non una questione di denaro. Il cantiere a cui Matteo stava lavorando è ancora lì come lo abbiamo lasciato, non era finito. Prima, negli anni, c’erano stati normali litigi, capita, ci conoscevamo da una vita – aggiunge Paolo Varesi –. Suo padre oggi (ieri per chi legge, ndr) ci ha chiamati. Non proviamo rancore».