Gambolò, ha ucciso il figlio della badante: l’85enne deve restare in cella

Il giudice ha convalidato il fermo di Giovanni Vezzoli che a margine dell’udienza ha ripetuto di aver sbagliato

L’ex taglialegna ha imbracciato il fucile e sparato a Thomas Achille Mastrandrea

L’ex taglialegna ha imbracciato il fucile e sparato a Thomas Achille Mastrandrea

Gambolò (Pavia) - Resta in carcere l’85enne di Gambolò indagato per l’omicidio del figlio della badante che si prendeva cura di lui e della figlia. Il gip di Pavia ieri ha convalidato il fermo di Giovanni Vezzoli, che domenica pomeriggio ha sparato con il fucile a Thomas Achille Mastrandrea, 42 anni, uccidendolo. Durante l’udienza di convalida che si è svolta mercoledì, Vezzoli ha scelto di non rispondere alle domande del magistrato ma, pur avvalendosi di tale facoltà, a margine dell’incontro ha più volte ripetuto di aver sbagliato e che aveva avuto paura. Aveva invece rilasciato dichiarazioni nell’interrogatorio successivo all’accaduto, in seguito al quale lunedì all’alba l’anziano è stato posto in stato di fermo.

La difesa, affidata all’avvocato Agnese Grippo, non ha formalmente presentato richiesta di misure cautelari alternative al carcere, anticipando però al giudice l’intenzione di presentare successivamente l’istanza per chiedere per il proprio assistito i domiciliari presso una struttura d’accoglienza. Per il momento quindi l’85enne resta in carcere: mercoledì ha espresso preoccupazione per la propria casa sotto sequestro e gli animali: è stata data autorizzazione perché si porti loro il cibo. Oggi invece si terrà un’udienza per conferire ai periti gli incarichi di svolgere accertamenti non ripetibili, nello specifico l’esame autoptico sulla vittima e il tossicologico. Vezzoli, che in passato era stato taglialegna, deteneva regolarmente il fucile usato per uccidere Mastrandrea, in quanto appassionato di caccia.

La dinamica dell’omicidio, ancora da chiarire, sembra essere riconducibile a un movente di tipo economico. In particolare Mastrandrea avrebbe supportato la causa della mamma, che chiedeva a Vezzoli di regolarizzare la sua posizione di lavoro. La donna infatti da tempo si occupava della figlia di Vezzoli, una persona con disabilità, oltre che di aiutare lo stesso anziano.