Si è aperto davanti alla Corte d’Assise di Pavia il processo per Carmela Calabrese, 56 anni, suo marito Antonio Rondinelli, 65, e il figlio Claudio Rondinelli, 40, alla sbarra per la morte di Ibrahim Mohamed Mansour, 44enne egiziano ucciso a colpi di arma da fuoco a Cassolnovo e trovato morto il 14 gennaio 2023 nella sua auto, data alle fiamme in località Morsella di Vigevano. Un altro figlio, Massimo Rondinelli, 35 anni, per l’omicidio a gennaio era stato condannato con rito abbreviato a 19 anni. Ieri sono state accolte le costituzioni di parte civile di padre, madre, sorella e zio della vittima. Accolte tutte le prove.
La prossima udienza si terrà il 16 aprile. Secondo la ricostruzione della Procura, Mansour voleva dimostrare di avere la solidità economica necessaria per chiedere l’affidamento della figlia, avuta cinque anni prima da una delle sorelle Rondinelli. Perciò aveva chiesto di farsi intestare una proprietà, oltre ad avanzare continue richieste di denaro. Un movente economico, quindi, per l’omicidio maturato ed eseguito nel contesto familiare. Per la Procura padre e figli Rondinelli avrebbero ucciso il 44enne sparandogli vari colpi con un fucile da caccia e una pistola, pochi giorni prima del ritrovamento del corpo nella sua auto carbonizzata. Carmela Calabrese – sempre per l’accusa – avrebbe avuto un ruolo morale nel delitto, riunendo i familiari e dandol loro il via. L’accusa nei suoi confronti è di concorso in omicidio volontario, mentre per gli altri due imputati è di omicidio volontario. Claudio e Antonio Rondinelli avevano chiesto il rito immediato, mentre Calabrese era stata rinviata a giudizio a gennaio. Massimo Rondinelli invece, condannato in primo grado, a novembre 2023 aveva confessato il proprio ruolo nell’omicidio.