
La Guardia di finanza
Pavia, 10 gennaio 2021 - Le accuse vanno dall'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti alla detenzione e porto di armi, fino a episodi di estorsione con l'aggravante del metodo mafioso.
Dalle prime luci dell'alba, la Guardia di finanza di Pavia, insieme allo Scico (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata) di Roma e col supporto di reparti di Lombardia, Piemonte e Calabria, stanno eseguendo 13 ordinanze di misura cautelare emesse dal gip di Milano nei confronti di altrettante persone, alcune delle quali sarebbero contigui a storiche famiglie della 'ndrangheta originarie di Platì (Reggio Calabria) e ormai radicatesi in Lombardia, a cavallo tra le province di Pavia e Milano e in quella di Monza Brianza, oltre che in Piemonte, nel Torinese.
L'inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano è iniziata nella primavera del 2019 ha monitorato i sospettati che avrebbero tenuto condotte tipicamente mafiose. Il fulcro degli affari illeciti riguarda la droga, sia cocaina che marijuana, rifornendo reti di distribuzione sia in Lombardia e Piemonte che in Liguria e Toscana. Con armi automatiche, tra cui i noti mitragliatori Kalashnikov, ed estorsioni a chi ritardava di pagare lo stupefacente. E poi il riciclaggio del denaro, attraverso società di servizi e imprese edili costituite ad hoc, che tramite l'emissione di fatture false occultavano i proventi illeciti.
Le fiamme gialle pavesi, con decine di unità Atpi (Anti terrorismo pronto impiego), unità cinofile e mezzi aerei sono stati impegnati nella ricerca e cattura dei destinatari della misura cautelare, anche nella roccaforte di Platì, dove i principali responsabili si erano spostati, facendo la spola con la Lombardia.