
La mensa del povero a San Lanfranco (Torres)
Pavia, 17 agosto 2014 - Mentre la maggior parte dei pavesi festeggiava il Ferragosto tra grigliate e pranzi abbondanti in compagnia di amici, per loro l’appuntamento era davanti a San Lanfranco. A mezzogiorno in punto erano già davanti al cancello, aggrappati alle sbarre e pronti a correre all’apertura delle porte. I frequentatori della mensa che in estate, quando Canepanova e San Mauro sono chiusi, offre un pasto caldo a chi rimane in città, vogliono arrivare tra i primi nell’antico refettorio in cui si trovano soffitti in legno e panche sulle quali attendere le abbondanti porzioni.
Con 60 posti a sedere sempre tutti occupati e qualcuno costretto a stringersi per accogliere un amico, è importante conquistarsi un coperto. «Il dato inqiuetante — dice il parroco di San Lanfranco, don Emilio Carrera — è che tra i nostri ospiti ci sono giovani di 22-24 anni, ma anche coppie e famiglie in difficoltà. Accanto a loro, non mancano i cinquantenni che hanno perso il lavoro perché la fabbrica ha chiuso. Alcuni escono tutte le mattine raccontando a casa di dover andare a lavorare perché sperano di trovare un altro posto, invece ogni giorno si ritrovano a mani vuote e così perdono autostima». La speranza del parroco è che con la nuova amministrazione comunale si riesca ad avviare un progetto per dare un’opportunità ad alcune persone che stanno subendo più di altre gli effetti della crisi.
«Sarebbe bello non dare solo un pasto ad alcuni — ha aggiunto il parroco — ma anche un supporto psicologico che li aiuti a recuperare autostima e a trovare un lavoro». Per il momento, però, bisogna limitarsi a sfamare una sessantina di ospiti. La coordinatrice Anna Bruni, la cuoca Cristina Dioli, l’aiuto cuoco Mauro Tacconi e il magazziniere congolese Jule non pensano ad altro. «Cerchiamo di rispettare persone e cibo — ha sottolineato Cristina Dioli — Ogni giorno prepariamo un primo, un secondo, due contori e la macedonia avendo cura di cucinare piatti anche un po’ ricercati, non tipici di una mensa».
Per imbandire ogni giorno le tavolate, però, occorrono molti ingredienti e la dispensa di San Lanfranco ora non ha carni e pesce. «Ci servono cosce di pollo e di tacchino (non di maiale perché ci sono alcuni ospiti musulmani) — ha proseguito Cristina Dioli — bastoncini di pesce e anche hamburger di pesce da conservare nel congelatore o scatolame per preparare i secondi. La frutta e la verdura, invece, ci vengono offerte ogni giorno dalla Cascina Marzana». Dieci chili di riso sono finiti in pentola in una sola giornata. E domani ci sarà un altro pranzo da preparare.
manuela.marziani@ilgiorno.net