Orecchie d’asino ai bambini: assolta a Pavia la maestra accusata da una collega

Per i giudici "il fatto non sussiste". L’insegnante dopo l’esposto della scuola aveva chiesto il prepensionamento. I legali della donna: "Valuteremo azioni contro terzi"

Pinocchio con le orecchie d'asino

Pinocchio con le orecchie d'asino

Pavia - Assolta dall’accusa di abuso di mezzi di correzione perché "il fatto non sussiste": un’insegnante di sessantadue anni, ora in pensione ma prima in attività a Pavia, ha visto così concludersi il processo in cui era imputata. L’accusa, nella precedente udienza di lunedì scorso, aveva chiesto la condanna a due mesi di reclusione, cioè il minimo previsto dal decreto penale di condanna inizialmente emesso dalla Procura nei confronti della donna: contro quel provvedimento la difesa, affidata agli avvocati Massimo Ceccarelli e Mara Centenaro, aveva presentato opposizione e così si era aperto il processo in tribunale a Pavia.

I fatti che venivano contestati alla maestra, docente in una scuola primaria del capoluogo di provincia, risalgono al 2020. Un’altra insegnante aveva segnalato alla dirigente scolastica che la maestra avrebbe fatto disegnare a un’alunna delle orecchie d’asino, poi fatte indossare a un altro studente. Ad altri avrebbe fatto indossare corone con scritte offensive, come "re degli asini", rivolgendosi anche a loro usando dehli epiteti irrispettosi. Accuse che ora sono tutte cadute: "Ci aspettavamo questa sentenza fin dall’inizio, il tribunale ha preso un provvedimento corretto – ha commentato il difensore Ceccarelli -. Obiettivamente la nostra assistita era innocente".

L’insegnante ha sempre rigettato ogni accusa sin dall’inizio. Contro di lei non erano stati presi, a livello scolastico, provvedimenti disciplinari: "La nostra assistita si è vista però costretta a chiedere il prepensionamento (situazione in cui si trova da circa un anno, ndr ) in quanto, dopo che era emersa questa insinuazione nei suoi confronti, si aspettava di essere tutelata da parte dell’istituto scolastico", ha aggiunto l’avvocato Ceccarelli. La scuola invece dopo la segnalazione ricevuta aveva presentato l’esposto all’autorità giudiziaria che poi ha dato il via all’iter processuale per valutare l’eventuale responsabilità dell’insegnante.

Ora da parte della difesa si aspettano le motivazioni della sentenza per vagliare ulteriori passi, eventualmente contro terzi: "Ci riserviamo di valutare eventuali ulteriori azioni future per procedere contro chi eventualmente ha spinto per presentare l’esposto nei confronti della nostra assistita", ha anticipato il legale Ceccarelli.