MANUELA MARZIANI
Cronaca

L’edicola chiude i battenti: "L’impegno è troppo. Ma è stato meraviglioso"

Pavia, la titolare della rivendita di corso Mazzini e il marito salutano i clienti. Di fronte al liceo Cairoli resteranno i murales dedicati al Pavia Calcio.

Besmir Kabashi nel chiosco della moglie Anna Mafalda Littero Con la nascita della bambina, la coppia ha deciso di cambiare vita Si trasferiranno in collina e lui lavorerà in una cantina dell’Oltrepò

Besmir Kabashi nel chiosco della moglie Anna Mafalda Littero Con la nascita della bambina, la coppia ha deciso di cambiare vita Si trasferiranno in collina e lui lavorerà in una cantina dell’Oltrepò

Un foglio collocato tra i giornali e i giochi per i bambini per far sapere ai propri clienti che il 30 giugno la saracinesca si abbasserà per sempre. Chiude l’edicola di corso Mazzini, di fronte al liceo Cairoli, con un murales che celebra la passione per il Pavia calcio, opera di artisti locali. "È stato un onore servire la vostra comunità come edicolante – ha detto Anna Mafalda Littero – condividendo momenti e storie che resteranno indelebili nella mia memoria". Il logo storico della squadra di calcio e le frasi “La me squadra“ e “La me cità“ si vedranno quotidianamente invece delle prime pagine dei quotidiani, delle riviste e dei giornaletti per i più piccoli. "L’impegno è esagerato e il guadagno è poco – ha ammesso Besmir Kabashi, il marito della titolare che sta nel chiosco –. Sei impegnato sette giorni su sette, non si può organizzare nulla e io che arrivo da fuori Pavia mi alzo alle 4 del mattino per venire al lavoro. Ora che abbiamo una bambina piccola, ci siamo accorti di quanto sia difficile non avere mai un giorno libero. È diventato insostenibile, non puoi sottrarre così tanto tempo alla famiglia. Quando hai un’edicola, anche quando stai male e hai la febbre, devi essere presente al chiosco regolarmente".

Sono poche le edicole rimaste in città e a fine anno altre chiuderanno. "Sono destinate a chiudere tutte – ha aggiunto Kabashi –. Mi spiace moltissimo perché il lavoro mi piaceva. Anche ai miei clienti è spiaciuto tanto. Sappiamo che togliamo un servizio e alcune persone sono diventate amici. Vengono a comprare il giornale, scambiamo quattro chiacchiere, una battuta". Bambini per mano ai loro nonni che andando a scuola si fermavano a comprare i giochini e che sono diventati grandi nel frattempo, ragazzi che acquistavano riviste prime di andare in classe e adulti che non sanno rinunciare al giornale di carta; l’edicola, collocata in una via centrale di molto passaggio, era un punto di riferimento per tante persone.

Ora la coppia si trasferirà in collina, dove Besmir Kabashi lavorerà in cantina: "Ho fatto quel lavoro per dieci anni. C’era il progetto di tornare a quell’occupazione in una delle cantine dell’Oltrepò dove non farò la normale vendemmia. Mia moglie, invece, fino a settembre farà la mamma e poi la bambina andrà all’asilo e lei si cercherà un impegno". Nel frattempo, niente vacanze per la famiglia. "Inizierò a lavorare subito" ha annunciato Kabashi. E forse qualche lacrimuccia scenderà anche ad Anna Mafalda Littero: "Sono orgogliosa d’aver contribuito alla vostra quotidianità – ha scritto la donna sul foglio d’addio –. Ogni giorno trascorso insieme è stato un’opportunità di crescita e di scambio, per questo vi sarò sempre grata".