
di Pier Giorgio Ruggeri
È entrato nell’azienda alle 9,30 con passo deciso e con un fucile da caccia calibro 12 in mano, tanto che chi lo ha visto non credeva ai propri occhi. Senza dire una parola Domenico Gottardelli, 78enne di Covo (Bg), ha attraversato il capannone della ditta “Classe A Energy“ di via Camisano 36, ha visto dov’era il proprio obiettivo e si è subito diretto verso l’ufficio. Sembra che Gottardelli non abbia pronunciato neppure una parola: dopo aver richiuso la porta dietro di sé, ha puntato l’arma contro il titolare dell’azienda, Fausto Gozzini, 61enne di Romano di Lombardia (Bg) e ha fatto fuoco. La vittima, quando ha visto entrare Gottardelli, era alla propria scrivania. Forse intuendo le intenzioni dell’uomo che gli si stava parando davanti, si è alzato in piedi, cercando di strappare l’arma dalle mani dell’assassino, senza riuscirci perché Gottardelli ha subito esploso un colpo che ha preso in pieno lo stomaco di Gozzini, che si è accasciato a terra in un lago di sangue.
Un attimo dopo nell’ufficio sono entrati alcuni dipendenti dell’azienda, che sono riusciti a togliere il fucile dalle mani di Gottardelli e a fermarlo. Sono stati chiamati i soccorsi e anche i carabinieri di Camisano, Stazione che dista pochi minuti dall’azienda.
Sul posto sono arrivate dapprima un’automedica e l’ambulanza della Croce Verde di Crema. Il medico che si è occupato di verificare le condizioni di Gozzini ha immediatamente ravvisato l’estrema gravità della ferita e ha chiamato un’eliambulanza, mettendo nel frattempo in opera un disperato tentativo di strappare alla morte la vittima. L’eliambulanza è atterrata nei pressi dell’azienda, ma quando i soccorritori sono arrivati per Gozzini non c’era più nulla da fare. Le manovre per salvargli la vita non hanno avuto successo.
Nel frattempo in azienda sono arrivati i carabinieri di Camisano, ai quali si sono aggiunti i colleghi di Crema e poi quelli del Nucleo investigativo di Cremona. L’intera via è stata chiusa al traffico per lasciare lavorare gli inquirenti. I militari sono entrati nell’azienda e ne sono usciti poco dopo con Gottardelli ammanettato. Lo hanno sistemato su una Gazzella e portato in ospedale, ricoverato sotto stretta sorveglianza per sventare un eventuale gesto estremo. Nel pomeriggio il killer è stato poi portato in Procura e infine trasferito in carcere a Cremona.
Mentre Gottardelli veniva portato via, in azienda è arrivato uno dei figli della vittima che aveva saputo del delitto. Un militare lo ha fermato per impedirgli di entrare sulla scena del crimine e il figlio di Gozzini gli ha sferrato un pugno in pieno volto. Il giovane è stato bloccato per impedirgli di nuocere ulteriormente mentre il militare è stato medicato in ospedale per la contusione riportata e poi dimesso.