MANUELA MARZIANI
Cronaca

"Io, negoziante quasi disoccupata"

Pavia, l’entrata in vigore delle nuova zona rossa ha bloccato la titolare di una boutique reduce da un trasloco

di Manuela Marziani

Si è sobbarcata un trasloco, ha rivisto le proprie aspettative, si è rimboccata le maniche per poter continuare a lavorare, ma sulla sua testa si è abbattuta la scure della zona rossa. È la storia di Daniela Magni, titolare di un negozio di abbigliamento in via Mascheroni. "Nonostante i vari tentativi fatti - ha raccontato - i proprietari delle mura del mio precedente negozio, non hanno voluto abbassarmi l’affitto. Quindi ho deciso di trasferirmi in un locale più piccolo per risparmiare un po’, ma mi sono dovuta sobbarcare le spese di trasloco e riattivare le utenze. Non era il momento di sostenere queste spese". Per rilanciare il lavoro, la donna che è un’imprenditrice da 25 anni e ha dovuto mettere in cassa integrazione l’unica dipendente, ha deciso di fare una vendita a prezzi scontati in novembre e in dicembre in previsione del Natale. "A causa del lockdown - ha aggiunto Daniela Magni - ho perso il mese di novembre, mi sono rimaste le vendite di dicembre che non sono andate male ma dovendo applicare prezzi bassi, i guadagni sono stati contenuti. Poi ho dovuto lasciare il negozio e trasferirmi al civico 16. Avrei voluto rimanere chiusa una settimana per riassortire la merce prima di ricominciare. Invece si è cominciato a paventare un ritorno in zona rossa, così ho aperto con quello che avevo e gli elettricisti ancora intenti a lavorare. Non me ne pento perché ho potuto rimanere aperta cinque giorni per i saldi e incassare qualcosa. Un raggio di sole che è durato poco, mi è già arrivata una bolletta dell’energia elettrica da 220 euro da pagare entro il 2 febbraio e il Tar ha rinviato a lunedì la decisione riguardo alla decisione di una zona rossa in Lombardia".

Con la porta sbarrata, l’imprenditrice ha affisso un cartello dove rimanda le sue clienti alla pagina Facebook e ammette tutta la sua rabbia. "Al mattino, mi trucco, mi preparo e vado nel negozio chiuso perché non riesco a strare in casa - ha ammesso -. Se poi ho delle consegne da fare, le faccio. Fortunatamente le clienti mi danno una mano e capisco che lo fanno per aiutarmi. Con la pandemia non si ha neppure voglia di fare acquisti. Con lo smartworking poi neanche ci si veste e ci si trucca più. La gente esce, anche se i negozi sono chiusi e non si capisce perché debbano esserlo, visto che tutti rispettano le norme, fanno entrare poche persone con la mascherina come accade nei ristoranti". E proprio per pensare ai ristoranti, il sindaco di Mezzanino Adriano Piras ha scritto al ministro della salute Roberto Speranza per chiedere "misure forti a sostegno della categoria che concilino l’esigenza della salute con quella di non aggravare una situazione drammatica".