
L'incidente dell’11 gennaio 2018 (Torres)
Pavia, 5 dicembre 2019 - Due anni e otto mesi di reclusione e mezzo milione di provvisionale per omicidio stradale. È la condanna di primo grado stabilita ieri dal giudice del tribunale di Pavia per G. Z., trentacinquenne, accusato di aver travolto e ucciso un bambino di nove anni, Mattia Convertini, l’11 gennaio 2018 a San Genesio e Uniti. Il pm aveva chiesto la condanna a tre anni e otto mesi di reclusione. Il giudice ha escluso l’aggravante dell’uso degli stupefacenti, inizialmente contestata, perché dalle analisi del sangue era emerso che Z. aveva fumato cannabis. Era infatti stato rilevato il principio attivo della sostanza, il Thc, «ma la sua presenza nel sangue di per sé non prova lo stato di alterazione psicofisica, mentre il mio assistito si trovava al volante dell’auto – ha spiegato il legale difensore dell’imputato, Marco Sommariva –. Questa nostra tesi difensiva è stata accolta dalla corte, noi abbiamo prodotto perizie a supporto di ciò».
Nel calcolo che ha portato alla sentenza è stato considerato anche il rito abbreviato, tipologia di giudizio cui l’imputato ha scelto di sottoporsi, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Sono inoltre state riconosciute le attenuanti generiche e anche la “non esclusività” nell’aver compiuto il reato. Z. non è l’unico a esser stato indagato nell’ambito dell’inchiesta seguita alla morte di Mattia Convertini. Per lo stesso incidente infatti è in corso anche un altro processo, sempre in tribunale a Pavia, che vede imputato il conducente dello scuolabus da cui la piccola vittima era appena scesa quando è stata travolta.
Erano da poco passate le 17 quel giorno, Mattia stava tornando da scuola. Abitava proprio in prossimità della fermata del bus, nella frazione Ponte Carate di San Genesio. Ma mentre il bambino attraversava sulle strisce, era sopraggiunto Z. al volante della sua Dacia e l’aveva investito. Un impatto così violento che il bambino era stato sbalzato a circa dieci metri di distanza, per poi cadere sull’asfalto. Nonostante i tentativi dei medici per salvarlo, il gravissimo trauma non gli aveva lasciato scampo. I genitori , con enorme altruismo, una volta che il loro figlio era stato dichiarato morto cerebralmente, avevano disposto la donazione dei suoi organi, per aiutare altri bimbi in difficoltà.
Z. era stato indagato inizialmente per lesioni gravissime, poi con il decesso della parte offesa la sua accusa era stata mutata in omicidio stradale. In conclusione del processo, oltre alla pena detentiva la corte ieri mattina ha stabilito anche il versamento immediato di due provvisionali da 250.000 euro l’una, per un totale di 500.000 euro, nei confronti dei familiari della vittima che si erano costituite parti civili. Il risarcimento completo sarà stabilito in separato giudizio civile. La corte ha deciso anche per la sospensione della patente per tre anni nei confronti di Z.. Al momento non è certo se l’imputato ricorrerà in appello: «Ancora è presto, valuteremo dopo aver letto le motivazioni», ha spiegato il difensore Sommariva.