Il restauratore Cini ha portato altri aiuti

Pavia, reduce dal secondo viaggio al confine con la Slovacchia "Ho visto controlli aumentati per il rischio di rapimenti"

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“Dottore dei monumenti“ durante la settimana, appassionato di viaggi che con un gruppo di amici (il Team 241) effettua a bordo di una Fiat Uno e volontario nel weekend. Alessandro Cini, restauratore di professione, è appena tornato dal suo secondo viaggio a Michalovce, città slovacca al confine, dove ha consegnato degli aiuti per la popolazione ucraina e ha trovato una situazione diversa rispetto a tre settimane fa. "I campi di prima accoglienza, che si trovavano a ridosso del confine, sono stati spostati in città e sono attualmente presidiati dall’esercito slovacco – racconta il restauratore che ha viaggiato con l’amico Niccolò Corradini del Team 241 –. Si può entrare soltanto accompagnati da persone delle quali si fidano perché sarebbero sparite delle ragazze e dei bambini. Tra i volontari si sarebbero mescolate delle persone arrivate a bordo di auto con targa tedesca che avrebbero portato via dei profughi e non si sa che fine abbiano fatto".

In diverse occasioni si è parlato di misteriose sparizioni. "E’ importante che chi viene in Italia sappia dove deve andare, che abbia un contatto" aggiunge Alessandro Cini che anche i generi alimentari consegna nelle mani di persone fidate. "In questi giorni - sottolinea il restauratore - sono molte le raccolte organizzate, ma se non si sa a chi dare quanto viene portato, finisce sul mercato nero e, invece, di sfamare la gente la affama. Noi abbiamo preso contatti con un’associazione di volontariato slovacca che ha consegnato il carico a suoi contatti fidati e l’ha fatto arrivare a destinazione. Siamo contenti perché abbiamo portato anche una consistente donazione della Riso Scotti". Intanto all’interno del campo profughi ora ci sono poche persone. "La maggior parte rimane in Ucraina, con la speranza di poter tornare a casa prima possibile, visto che l’esercito sta resistendo - conclude Cini -. Purtroppo basterebbe un missile a Uzhorod per muovere centinaia di migliaia di persone in un colpo solo, e sarebbe di nuovo emergenza. Ai campi lo sanno e rimangono in allerta". M.M.