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MANUELA MARZIANI
Cronaca

Il cambiamento climatico "Anche le aziende ormai programmano con il meteo"

L’esperta Maria del Carmen Alvarez Castro dell’Università di Siviglia parla agli studenti. "Le previsioni che chiedono a noi sono quelle stagionali".

di Manuela Marziani

"Purtroppo siamo mediterranei e crediamo soltanto quando vediamo". Maria del Carmen Alvarez Castro dell’Universidad Pablo de Olavide di Siviglia e del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici di Bologna ha ammesso le colpe di tutti nelle emergenze che si stanno verificando. Lo ha fatto durante il seminario su “Le previsioni stagionali per i servizi climatici: strumenti e applicazioni“ che si è svolto ieri allo Iuss introdotto dal professor Marco Gaetani. "Tutti guardiamo le previsioni sul cellulare per sapere se dobbiamo prendere l’ombrello o come ci dobbiamo vestire – ha detto l’esperta –, ma le previsioni che chiedono a noi sono quelle stagionali o climatiche. Già quando si va oltre i 15 giorni si parla di previsioni stagionali". Notti tropicali con 35° e ondate di caldo in estate, ondate di freddo in inverno, siccità e inondazioni, hanno un grande impatto sulla salute, sull’economia (agricoltura, energia e trasporti) e sugli ecosistemi. "Una famosa industria alimentare ha bisogno delle previsioni perché ha 15 giorni di tempo per avere nocciole buone per la sua famosa crema - ha aggiunto -, chi produce abbigliamento, invece, deve sapere se pioverà o se farà caldo e in quali regioni in modo da calibrare la propria produzione. La protezione civile invece ci ha commissionato un progetto sugli incendi che si verificano nel Sud Italia e in particolare in Puglia e un’azienda che produce energia vuole conoscere l’intensità delle prossime precipitazioni per i propri impianti idroelettrici".

Le previsioni climatiche stagionali elaborate attraverso tre diversi modelli disponibili gratuitamente e accessibili a tutti e poi raffrontati quindi sono sono fondamentali per sviluppare sistemi di allerta precoce. "E’ più difficile fare previsioni per la primavera - ha proseguito Alvarez Castro -, mentre per l’estate è più facile e sappiamo che avremo un’estate calda e più pioggia nel sud del Mediterraneo. L’estate record per il caldo è stata quella del 2021 che ha superato anche quella del 2003. Nel 2022 invece abbiamo avuto due ondate di calore a inizio giugno e inizio luglio con picchi elevati in alcune città europee". E, comunque, indipendentemente dai modelli che vengono utilizzati, finché non arriva l’emergenza si tende a lasciare il beneficio del dubbio, finché non si tocca con mano.