"Giustizia lumaca per Gianna e Angelo"

Voghera: risarcimenti congelati anche per i coniugi D’Agostino, tra le vittime della strage del Tir a Nizza

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di Andrea Gianni

Quando si aprirà il processo di primo grado in Francia, il prossimo 5 settembre, saranno trascorsi più di sei anni dalla strage del 14 luglio 2016. Quella sera il terrorista franco tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel, 31 anni, invase con un tir la Promenade des Anglais a Nizza, travolgendo la folla radunata per i fuochi d’artificio della festa nazionale francese. Fra le 86 persone uccise sei italiani – i milanesi Mario Casati e Maria Grazia Ascoli, i coniugi di Voghera Gianna Muset e Angelo D’Agostino, Carla Gaveglio e il giovane italo americano Nicolas Leslie – i cui parenti attendono ancora giustizia.

Poi ci sono le 458 persone rimaste ferite, alcune con danni permanenti, in uno degli episodi più gravi nella stagione di attentati rivendicati dal sedicente Stato Islamico che hanno insanguinato l’Europa.

"Siamo stati dimenticati da due Stati, dall’Italia e dalla Francia", riflette Roberta Capelli, nuora dei coniugi di Voghera, che si trovavano a Nizza per festeggiare il pensionamento di D’Agostino. I tempi lunghi della giustizia francese, infatti, impediscono alle vittime di ricevere la totalità degli indennizzi previsti dalla legge 206 del 2004 sul sostegno alle persone colpite dal terrorismo. Ai parenti di un morto spetta un indennizzo base di circa 200mila euro, mentre per i feriti la somma varia a seconda del grado di invalidità. Soldi indispensabili anche per sostenere le spese mediche e psicologiche, dopo una tragedia che sconvolge la vita. "Tutto il mondo riconosce che quello di Nizza fu un attentato terroristico – spiega Roberto Della Rocca, presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo – ma lo Stato Italiano per erogare gli indennizzi totali, oltre a un anticipo già corrisposto, ha bisogno di una sentenza.

Una situazione assurda: noi chiediamo che si possa procedere immediatamente, entro il termine massimo di quattro mesi dall’attentato".

Lo stragista di Nizza fu ucciso dalla polizia francese ma andranno a processo a Parigi altre otto persone, fra presunti fiancheggiatori e intermediari che fornirono le armi trovate in suo possesso.

Un primo passo avanti, visto che finora le famiglie hanno atteso per anni, senza un segnale dalla giustizia. Intanto è stata presentata alla Camera una proposta di legge bipartisan, con primo firmatario il deputato del Pd Andrea De Maria, per modificare alcune “storture“, come la lentezza nell’erogazione degli indennizzi, della legge del 2004.

L’obiettivo, tra gli altri, è "svincolare le vittime italiane civili, e in particolare i loro familiari superstiti, dalla necessità di acquisizione della sentenza".

La proposta di legge, ispirata dall’Associazione vittime del terrorismo e dall’Unione familiari vittime per stragi, sottolinea che "a distanza di 17 anni dall’entrata in vigore" della legge del 2004 "la stratificazione delle norme e le rigidità dell’interpretazione e dell’applicazione amministrativa hanno prodotto differenze nell’attribuzione delle misure di ristoro, con asimmetria e disparità di trattamento".

Il consenso politico per una riforma è larghissimo, e va dalla maggioranza all’opposizione. La vera incognita è legata ai tempi del Parlamento.