Gigi Bici ucciso, la fisioterapista resta in cella

Respinta l’istanza di scarcerazione per la Pasetti, l’avvocato ricorrerà al Riesame. Il titolare del bar che frequentava il 60enne: aiutava tutti

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di Manuela Marziani

Resta in carcere. Il giudice non ha creduto alla 44enne fisioterapista Barbara Pasetti, a quel suo insistere nel definirsi "mero messaggero" del tentativo di estorsione alla famiglia di Luigi Criscuolo, detto “Gigi Bici”, negoziante di biciclette scomparso da casa l’8 novembre e trovato cadavere, con un colpo di pistola alla tempia, proprio davanti alla casa della donna di Calignano frazione di Cura Carpignano. Il gip ha respinto (per i gravi indizi di colpevolezza) l’istanza di revoca della misura cautelare o gli arresti domiciliari, cui si era appellato il suo avvocato Irene Anrò la quale ora presenterà un ricorso al tribunale del Riesame.

Nel frattempo emergono altri particolari e altre testimonianze. "Gigi era più di un cliente, era un amico che frequentava il mio locale da tanti anni. Quasi tutti i giorni passava di qui" racconta Antonio Pellegrino, titolare del bar Gorizia di Pavia. Il barista aveva visto Luigi Criscuolo due giorni prima della scomparsa, il 6 novembre. Era passato dal bar attorno alle 9,30 e aveva bevuto un caffè senza dire nulla. Contrariamente al solito appariva preoccupato. "Gigi Bici era una persona che aiutava la gente – aggiunge Pellegrino -. Mi ha sempre detto: "Se hai dei problemi con qualcuno nel tuo locale chiamami, che ci penso io". L’ho sempre apprezzato anche se, per fortuna, non ho mai avuto bisogno di lui per tenere a bada qualche cliente un po’ esuberante". Un uomo dal cuore grande, viene descritto così il 60enne. "Se gli chiedevi un favore, Gigi te lo faceva – prosegue il titolare del bar Gorizia -. Certo era una persona che si arrangiava, doveva sbarcare il lunario, ma non posso proprio dire niente di male su di lui". La notizia della scomparsa e poi dell’uccisione del commerciante di biciclette, di conseguenza ha lasciato trasecolati gli amici: "È stata una notizia devastante – prosegue Antonio Pellegrino – ancora stento a crederci. Gigi non aveva paura di nessuno, nessuno lo spaventava. Spero trovino presto i colpevoli, non si può ammazzare la gente così". E molto probabilmente neanche di Barbara Pasetti, il commerciante aveva paura. Doveva proteggerla perché la donna sosteneva di subire percosse dall’ex marito e da altre persone dell’Est. E Gigi Bici si era preso l’impegno di aiutarla. Lo avrebbe fatto fino all’ultimo giorno, l’8 novembre, quando dopo aver raggiunto Calignano l’uomo è stato ucciso e il suo cadavere è stato nascosto fino al 20 dicembre, quando è stato collocato davanti al cancello del convento seicentesco in cui Barbara Pasetti vive con il suo bambino di 8 anni.

Secondo quanto ha raccontato la fisioterapista (non iscritta a nessun albo) di 44 anni sarebbe stato il figlio a scoprire il cadavere giocando a pallone. Fatalmente la palla lanciata dal cortile dove il bambino si stava divertendo avrebbe scavalcato il muro di cinta e sarebbe finita su un masso di ramaglie che nascondeva il cadavere. Da una intercettazione, invece, si apprende che sarebbe stata la donna a far vedere al piccolo il corpo senza vita di Gigi Bici che sembrava avesse attorno un pezzo di ferro. E quello stesso cadavere che Barbara Pasetti sostiene di aver visto ritratto in una fotografia che qualcuno le aveva recapitato nella cassetta della posta, sarebbe stato ritratto in diverse foto scattate con il cellulare della donna. Le stesse foto che Barbara avrebbe chiesto all’ex marito Gian Andrea Toffano se poteva inviargliele perché gliele stampasse.