Lombardia, diventa obbligatorio il microchip per tutti i gatti

Lo ha stabilito il Piano regionale integrato della sanità pubblica veterinaria

Gatti (Foto archivio)

Gatti (Foto archivio)

Milano, 4 gennaio 2010 - Anche i gatti dovranno essere microchippati. Lo ha stabilito il Piano regionale integrato della sanità pubblica veterinaria che ha emesso l’obbligo per i gatti appena nati, adottati o comprati. 

Prima dell’entrata in vigore l’applicazione del microchip, un circuito integrato sottocutaneo, era facoltativa per la maggior parte dei proprietari di gatti e obbligatoria solo per gli esemplari con un passaporto per andare all’estero, quelli di razza e quelli randagi di colonie riconosciute. 

Il microchip per gatti funziona esattamente come quello per i cani: il minuscolo chip (delle dimensioni circa di un chicco di riso) viene inserito sotto pelle con una speciale siringa monouso, generalmente nella zona sul lato del collo, dove verrà poi avvolto da strati sottili di tessuto connettivo. L’operazione, che naturalmente può essere eseguita solo da un veterinario con un prezzo che va dai 30 ai 50 euro, dura pochissimi secondi e non provoca dolore all’animale (non più di una qualsiasi altra iniezione). In seguito il codice univoco del microchip, registrato all’anagrafe insieme ai dati personali del suo proprietario, potrà essere “letto” tramite un apposito dispositivo, che verrà semplicemente posto vicino al corpo dell’animale, sulla zona di inserimento.

La presenza del microchip permette così l’identificazione dell’animale, utilissima e unica vera tutela in caso di smarrimento. Fondamentale per i gatti che escono abitualmente, perchè ad esempio residenti in case con giardino, che rischiano di perdersi o di essere erroneamente “salvati”, ma in realtà se di proprietà, rapiti.