
Mariangela Bonizzoni
Pavia, 20 febbraio 2016 - Nessun vaccino e nessun farmaco. Per difendersi dai virus trasmessi dalla zanzara tigre l’unica arma è la prevenzione. E quella si sta studiando a Pavia. Un progetto presentato dalla professoressa Mariangela Bonizzoni ha ottenuto quasi un milione e 700mila euro con i quali si potrà effettuare la ricerca. Il finanziamento è un Consolidator Grant dello European Research Council (Erc), un premio pensato per sostenere. "Per evitare la trasmissione dei virus – dice la professoressa – dobbiamo o fare in modo che non ci punga, oppure che non sia in grado di trasmettere il virus, perché solo le zanzare infette lo fanno". Il progetto finanziato studia la coevoluzione tra la zanzara tigre, Aedes albopictus, e i virus di cui è vettore, con particolare attenzione al virus che causa la febbre Dengue. La zanzara tigre è una specie altamente invasiva che è arrivata in Europa nella seconda metà del secolo scorso dall’Asia. E’ vettore di molti virus, tra cui Dengue, Usutu e anche il virus Zika.
Alcuni di questi virus stanno emergendo anche in Europa e in particolare è molto alto l’allarme per Zika. Nei giorni scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme annunciando che il virus potrebbe diffondersi anche nelle nostre aree proprio attraverso la zanzara tigre. Il progetto, che vede una collaborazione tra l’Università di Pavia e l’Institute Pasteur di Parigi, ha come obiettivo capire quali sono i meccanismi biologici che fanno sì che la zanzara sia in grado di veicolare virus all’uomo e dunque creare nuove strategie di controllo.
L'idea della ricerca è nata all’Università della California, Irvine dove Mariangela Bonizzoni ha lavorato per 10 anni sotto la guida del professor Anthony A. James, il massimo esperto mondiale di zanzare transgeniche. Dal 2 marzo scorso la scienziata è tornata in Italia, a Pavia, come professore associato di zoologia. "L’Università di Pavia con il dipartimento di Biologia e Biotecnologie – spiega la docente Mariangela Bonizzoni – mi hanno offerto le strutture adatte per svolgere il progetto e mi hanno accolta in un ambiente dove c’è una lunga tradizione di eccellente ricerca sugli insetti, che spero venga continuamente sostenuta". Ora, però, viene il difficile: attirare ricercatori bravi che accettino di lavorare con lo stipendio offribile in Italia. Ma intanto il progetto è stato valutato positivamente e finanziato. Il resto si costruirà piano piano.