Ferito alla gola in zona stazione. È fuori pericolo

Marocchino aggredito alla gola vicino alla stazione di Mortara: fuori pericolo ma prognosi riservata. Indagini in corso per identificare l'aggressore.

Ferito alla gola in zona stazione. È fuori pericolo

Ferito alla gola in zona stazione. È fuori pericolo

È fuori pericolo il marocchino di 39 anni aggredito e ferito alla gola giovedì mattina nelle vicinanza della stazione. Lo straniero, che era arrivato sanguinante allo scalo per chiedere aiuto, è stato portato al San Matteo dove le sue condizioni si erano aggravate, tanto da consigliare ai medici di riservare la prognosi. Nella notte il quadro clinico è invece migliorato, il pericolo di morte scongiurato. Intanto continuano le indagini dei carabinieri della Compagnia di Vigevano che non hanno ancora formulato un’ipotesi di reato a carico dello sconosciuto aggressore: potrebbero decidere per le lesioni personali aggravate e non già per il tentato omicidio, come ipotizzato all’inizio.

L’aggressione era avvenuta a poche centinaia di metri dalla stazione, con un altro extracomunitario al momento non identificato e per ragioni ancora ignote. Un alterco degenerato, tanto che il trentanovenne maghrebino era stato colpito all’altezza della gola con un coltello o un altro oggetto contundente che gli aveva provocato una vasta ferita. Mentre l’aggressore si era dileguato, il ferito aveva raggiunto la stazione e chiesto aiuto. I soccorritori del 118 ne hanno disposto il trasferimento direttamente alla struttura sanitaria del capoluogo con un’ambulanza della Croce Rossa di Mortara. Per dare un volto e un nome all’aggressore, gli investigatori hanno visionato tutto il materiale registrato dalle telecamere della zona.

L’ultimo episodio di cronaca in stazione risale al 22 gennaio quando, per una lite tra due stranieri, uno era rimasto ferito e aveva lasciato vistose tracce di sangue tra il corridoio di collegamento con piazza Marconi e il primo binario. La vittima venticinquenne se l’era cavata con una prognosi di pochi giorni.

Umberto Zanichelli