
Uno spaccato del sito in stato di abbandono nel cuore dell’Oltrepo Pavese
Santa Giulietta (Pavia), 8 novembre 2019 - Disinnescare la bomba ecologica alle porte del paese. A Santa Giuletta, Comune oltrepadano fra Broni e Casteggio, dal 2006 e soprattutto negli anni a seguire (l’ultimo allarme nella scorsa estate), l’incubo è rappresentato dai 38mila metri quadrati dell’ex stabilimento Vinal, situato fra la ex statale via Emilia e la linea FS Torino-Bologna, esattamente di fronte all’abitato. Il sito industriale è fermo da 13 anni, vigilato da un solo addetto, preso di mira, però, dai ladri ed in pessime condizioni. Al punto che dopo un’ordinanza emessa dal sindaco, Simona Dacarro nel 2017, ma rimasta senza seguito pratico perché l’azienda è sotto sequestro dopo il fallimento decretato dal tribunale di Nocera Inferiore, adesso si procederà, dopo l’approvazione del progetto definitivo relativo al primo lotto di bonifica, ai lavori di smaltimento dell’amianto.
In totale 15mila metri quadrati che verranno bonificati a partire dal 2020 grazie all’utilizzo di circa il 50% (1,115 milioni di euro) dei fondi stanziati dalla Regione Lombardia. Complessivamente il Comune di Santa Giuletta ha a disposizione 2,2 milioni di euro, poco meno, però, della metà di quanto, stando una stima del 2016 (almeno 5 milioni di euro) servirebbero per la messa in sicurezza dell’intera area. Un mix colossale di rischi ambientali per la presenza di liquidi nocivi conservati in silos e contenitori in precarie condizioni a cui si aggiungono tettoie pericolanti posizionate a pochi metri dalla linea ferroviaria e dove, negli anni, si sono moltiplicati saccheggi e furti da parte di ladri. Più che altro disperati, in diverse occasioni, colti sul fatto ma che, incuranti dei pericoli, manomettendo quanto rimasto della strumentazione di sicurezza, hanno provocato anche consistenti sversamenti di materiale nocivo ed inquinante.
La scorsa estate , per quasi un mese, invece, a preoccupare erano incendi spontanei scoppiati, più volte, lungo il tracciato di un impianto di depurazione che dalla fabbrica si spinge verso la campagna. Insomma attendere i tempi (lenti) della procedura fallimentare non era più possibile ragion per cui l’ente pubblico si sostituisce nell’intervento non più procastinabile con successiva rivalsa nei confronti del privato. I l primo lotto è quello della bonifica amianto. I successivi si preannunciano ancora più complessi e onerosi. Il sito è stato classificato, ai fini della bonifica ambientale necessaria, di interesse regionale e non interesse nazionale come, invece, avvenuto per la ex Fibronit, la fabbrica dell’amianto, di Broni.
La Vinal, dove, nel periodo d’oro, lavoravano centinaia di dipendenti, nacque nel lontano 1941 per la produzione di vino passito. Solo nel 1948 assunse questa denominazione acronimo di Vinicola Italiana Naturali Accellerate (poi sostituita con Accurate) Lavorazioni e divenne, in poco tempo, leader a livello italiano ed internazionale per la produzione di acido tartarico. C’era anche, aperto dopo la seconda guerra mondiale, uno stabilimento gemello nella vicina Casteggio poi ceduto ad un colosso internazionale e riconvertito come produzione, ancora oggi pienamente operativo. Diverso il destino della Vinal di Santa Giuletta la cui ultima proprietà è stata quella di un gruppo campano. Prima dello stop avvenuto nel 2006.