Coronavirus, il vescovo di Pavia: "E' aumentata la disaffezione alla Messa"

Monsignor Sanguineti ha fatto riferimento al periodo del lockdown nel quale era vietato l'accesso dei fedeli alle celebrazioni

Il vescovo Corrado Sanguineti (Torres)

Il vescovo Corrado Sanguineti (Torres)

Pavia, 28 agosto 2020 - "In questi mesi, nel rivivere la gioia delle celebrazioni con i fedeli, stiamo soffrendo, non solo nella nostra diocesi di Pavia, ma in tutta Italia, una vistosa assenza di famiglie con i bambini, di ragazzi e giovani, di anziani ancora timorosi". Lo ha sottolineato oggi mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, celebrando nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro la Messa nell'anniversario della morte di Sant'Agostino (le cui reliquie sono custodite nella chiesa pavese) e facendo riferimento al periodo del lockdown nel quale era vietato l'accesso dei fedeli alle celebrazioni.

Sanguineti ha sottolineato che è stato "sperimentato un tempo prolungato, forse anche troppo, di messe senza popolo, con la fatica di tenere insieme le comunità nell'impossibilità di gesti e appuntamenti consueti. Dobbiamo riconoscere che è cresciuta la disaffezione alla messa, gesto fondamentale della fede, e rischiamo d'essere un popolo sempre più disperso".

"Siamo umilmente sinceri - ha proseguito il vescovo - si riempiono le piazze della movida, i luoghi di vacanza e di divertimento, ed è comprensibile un desiderio di svago, di tempi più sereni, condivisi in famiglia e con amici. Ma non sono in molti a sentire la necessità di venire a Gesù, d'incontrarlo alla mensa della Parola e del Pane di vita, e tutto ciò ci deve interrogare come pastori, come Chiesa: le circostanze di questo tempo fanno venire alla luce una povertà di fede nel vissuto di tanti e ci chiedono, come comunità cristiana, di lasciarci provocare e purificare nel nostro modo d'essere e di testimoniare la vita secondo il Vangelo". 

"Quanto abbiamo bisogno di tornare all'Eucaristia, di riscoprire questa sorgente di grazia! - ha affermato ancora Sanguineti- Quanto è essenziale per una comunità che voglia davvero vivere e alimentare la sua fede, celebrare insieme, come popolo di Dio, raccolto attorno al suo Signore". "Tra Eucaristia e Chiesa - ha ricordato - c'è un legame profondo e vitale: è la Chiesa che fa l'Eucaristia, perché se non ci sono dei battezzati, credenti nel Risorto, che si raccolgono insieme, intorno al ministro che presiede in nome e in persona di Cristo, non c'è Eucaristia, viene a mancare chi la celebra, chi la riceve, chi l'adora. Ma più profondamente, è l'Eucaristia che fa la Chiesa, che la edifica come corpo vivo del Signore, che nutre e trasforma la nostra vita di credenti".

"Una comunità che non celebrasse più o che vivesse l'Eucaristia con trascuratezza, con superficialità, senza coscienza del dono immenso posto nelle sue mani, ben presto si ritroverebbe inaridita e sterile, magari piena di attività, ma priva del cuore che pulsa la vera vita", ha concluso il vescovo.