
Don Franco Tassone
Pavia, 19 aprile 2020 - Abituato a prendersi sempre cura degli altri, si è ritrovato ad aver bisogno di tutto. Il parroco di San Mauro, don Franco Tassone è una delle persone che hanno contratto il coronavirus e ne è guarito. "Sono stato preso in tempo – racconta –. Non avevo sintomi, stavo lavorando insieme a don Dario della Caritas e al Comune per accogliere i senza fissa dimora. Eravamo riusciti a trovare una sistemazione per venti persone. Io stavo bene, ero solo un po’ più debole e fragile. È stata una mia collaboratrice parrocchiale ad accorgersi che la mia voce era cambiata e a volermi portare al pronto soccorso di Voghera".
Arrivato in ospedale, il parroco si è trovato immerso nell’atmosfera del Covid fatta di paure, di limitazioni della libertà personale. "Ho visto tante persone con le maschere complete – aggiunge – e in quel momento ti vengono in mente tutti i film della tua vita". Poi è arrivato il ricovero a Pavia dove il parroco vive da anni e la mancanza di contatti con l’esterno. "Quello è stato terribile – prosegue il sacerdote –. Avevo bisogno di tutto. Non avevo cambi, avevo sete, avevo fame, un freddo incredibile a causa della febbre. Ero povero e i medici hanno rappresentato per me la carezza di Dio. Non mi trovavano le vene ed è dovuta venire una dottoressa della rianimazione per trovarmele. Ho visto una dedizione al paziente straordinaria da parte di tutti gli operatori sanitari. E dall’esterno moltissime persone mi sono state vicine, con messaggi d’affetto. La figlia della dottoressa che mi curava mi ha fatto un disegno. C’era il mio faccione che ormai non avevo più, con le orecchie a sventola; mi aveva fatto più bello di quello che sono e mi ha dato la carica".
Mentre don Franco era ricoverato, altri sacerdoti come don Luigi Bosotti, il prete elettricista secondo il quale Dio è luce e don Enrico, il giovane prete di Stradella, non ce l’hanno fatta. "Evidentemente il mio compito non è finito – conclude don Tassone– . Il complesso del monastero di San Salvatore diventerà un luogo di fraternità. Realizzeremo il dormitorio femminile e torneremo a essere intraprendenti perché anche nella mia parrocchia c’è tanta solitudine. Sono resuscitato per essere al servizio degli altri".