In Lombardia, per l’allarme peste suina, sono già stati abbattuti 46.500 esemplari. La situazione sembra sotto controllo anche se, alla luce del recente ritrovamento nel Parco del Ticino di carcasse di cinghiali positive al virus, la guardia resta alta. Gli abbattimenti sono avvenuti sia per via del contagio sia per il depopolamento preventivo. Sono oltre 270 gli allevamenti distribuiti tra Milano, Lodi e Monza Brianza per 450mila capi, soprattutto nel Lodigiano con 165 stabilimenti e 374.500 animali. A Milano si contano 91 stabilimenti e 71.385 suini, a Monza Brianza 18 allevamenti per 3.092 animali. La provincia di Lodi si posiziona per numero di capi al quarto posto in Lombardia (dopo Brescia, Mantova e Cremona), dove si concentra il 53% dei suini allevati in Italia. Si tratta, insomma, di una filiera territoriale protagonista nella produzione di salumi che portano valore al marchio Made in Italy.
Il presidente di Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza, Francesco Pacchiarini (nella foto), assicura: ""Siamo rassicurati dalle parole dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, sul quadro epidemiologico, favorevole e stabile negli allevamenti da circa un mese. Il nostro livello di guardia resta altissimo: i recenti ritrovamenti di carcasse di cinghiali presuppongono l’inclusione di alcuni comuni del Milanese tra le zone infette. Il nuovo contesto epidemiologico ci tocca da vicino, aggiorniamo sempre gli allevatori sulle disposizioni che entreranno in vigore. I nostri imprenditori si stanno adeguando, con sforzi e sacrifici, a tutte le prescrizioni necessarie a contrastare il contagio: è fondamentale essere tempestivi nella difesa della filiera".
Sul tema Confagricoltura propone per giovedì alle 14.30 nella sede milanese di viale Forlanini un incontro sull’epidemia. Presenzieranno, tra gli altri, il presidente nazionale della Federazione di prodotto allevamenti suini Rudy Milani; il presidente lombardo Davide Berta; il presidente della Sezione interprovinciale Pierluigi Madonini.