Pavia, pioniere contro i tumori: la via del Cnao intitolata al fondatore

Dedicata a Erminio Borloni la strada che ospita il Centro nazionale di adroterapia oncologica. Lo storico presidente deceduto nel 2019 ne ha fatto un punto di riferimento a livello mondiale

Maria Rosa Sacchi, vedova di Erminio Borloni, e il sindaco Fabrizio Fracassi

Maria Rosa Sacchi, vedova di Erminio Borloni, e il sindaco Fabrizio Fracassi

"È una struttura fondamentale per la cura dei tumori. Se oggi il Cnao ha raggiunto un tale livello di importanza lo si deve soprattutto a Erminio Borloni, il suo fondatore". Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità, ha usato queste parole intervenendo ieri alla cerimonia di intitolazione di Strada Campeggi, la via che ospita il Centro nazionale di adroterapia oncologica, ad Erminio Borloni, storico presidente del Cnao dal 2001 al 2018, morto nel febbraio del 2019.

"Non è stato facile il percorso che ha portato alla nascita del Cnao – ha aggiunto Sirchia, che incaricò Borloni di presiedere la Fondazione – Borloni ha creduto fortemente in questa struttura e nel servizio che avrebbe potuto garantire a tanti malati oncologici. Ricordo le sue sofferenze per le lungaggini burocratiche. Ma alla fine la sua ostinazione ha avuto la meglio. Sono certo che ora, da dove ci guarda, sorriderà per i livelli di eccellenza raggiunti dalla sua creatura".

Fiore all’occhiello del sistema sanitario italiano, all’inizio il Cnao ha rischiato di chiudere a causa dei mancati finanziamenti. Ma Erminio Borloni, manager di grande esperienza, è riuscito a proseguire l’attività. "Grazie alla tenacia e alla lungimiranza di Erminio Borloni – ha aggiunto il presidente Gianluca Vago – oggi il Cnao è un punto di riferimento nel panorama mondiale delle terapie oncologiche avanzate e può guardare al futuro attraverso un progetto di espansione, già avviato, che rafforzerà la capacità di accogliere i pazienti".

Sono stati 4.300 i pazienti finora trattati al Cnao, l’unica struttura in Italia in grado di erogare trattamenti di adroterapia oncologica mediante l’impiego di protoni e ioni carbonio ancora più efficaci con alcuni tumori. L’adroterapia è particolarmente indicata per la cura dei tumori radioresistenti, che non rispondono alla radioterapia tradizionale con raggi X, o per i tumori inoperabili.

E a fianco dell’attuale edificio, infatti, ne sorgerà uno nuovo per la protonterapia, con un acceleratore di protoni in grado di far ruotare i fasci di particelle attorno al paziente per un trattamento più preciso ed efficace dei tumori, anche in età pediatrica. Sarà inoltre installato per la prima volta in Italia, all’interno di una struttura clinica, un acceleratore compatto di protoni per la produzione di neutroni, finalizzato allo sviluppo di una terapia sperimentale volta a trattare tumori particolarmente complessi, la Boron neutron capture therapy.

"Questa intitolazione – ha sottolineato il sindaco Mario Fabrizio Fracassi – rappresenta il giusto riconoscimento per un grande uomo pavese che con le proprie innate doti e capacità ha saputo donare alla nostra città una struttura innovativa e all’avanguardia".