"Il marocchino è affogato?". Voghera, chat dai toni razzisti: Giunta di nuovo nella bufera

In una chat di marzo i dialoghi tra sindaca e assessori con alcune frasi poco opportune. La replica: "Qualcuno cerca di destabilizzare la giunta"

Il sindaco di Voghera Paola Garlaschelli

Il sindaco di Voghera Paola Garlaschelli

 Voghera (Pavia) - Dopo il caso dell'assessore che ha sparato e ucciso un uomo, in piazza e in pieno giorno, la Giunta di Voghera si ritrova ancora nella bufera a causa di una chat dai toni razzisti. Gli screenshot delle conversazioni tra sindca e assessori sarebbero state pubblicate sui social. E quello che emerge dallo scambio di frasi ed emoticon sembra quanto meno poco opportuno. L'argomento sono sempre i migranti, i dialoghi via chat si riferiscono allo scorso 12 marzo, quindi ben prima che il 20 luglio l'allora assessore alla sicurezza Massimo Adriatici sparasse a  Youns El Boussettaoui, 39 anni, dopo una colluttazione. 

"Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva l'elemosina è affogato?" scrive la sindaca Garlaschelli aggiungendo una faccina che ride, senza spiegare a chi e a cosa si stesse riferendo. Un'affermazione seguita da alcuni meme con risate e sorrisi. L'assessore Giancarlo Gabba, già al centro di numerosi attacchi per una sua frase in una conversazione del 26 giugno sulla chat sempre sulla questione immigrazione ("Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio!"), lo scorso 12 marzo aveva scritto "Purtroppo ormai non bastano più i nostri vigili! Ci vuole ben altro!": un'affermazione accompagnata dall'immagine stilizzata di una bomba.

Il sindaco Garlaschelli, dopo la prima diffusione dei dialoghi via whatsapp, ha definito "riprovevole" il commento dell'assessore Gabba, che però è rimasto al suo posto in giunta. Una scelta che ha scatenato gli attacchi delle minoranze a Palazzo Gounela, sede del municipio di Voghera , con ripetute richieste al sindaco di centrodestra di dimettersi.

La replica della sindaca

"Qualcuno, con metodi che non ho problemi a definire squallidi e penosi, prosegue nel tentativo di destabilizzare la nostra Amministrazione. A tutto, ovviamente, c’è un limite: per questo abbiamo già avviato le dovute iniziative nelle sedi opportune. E’ un metodo lontanissimo dal nostro modo di fare, è un terreno di scontro sul quale non vogliamo nemmeno scendere, per decenza e senso di responsabilità. Arriviamo a dire che ci dispiace, perché chi si muove in questo modo avrebbe evidentemente bisogno di un aiuto e di un supporto in un momento di difficoltà e fragilità personale. E’ il momento della serietà e della concretezza, non c’è più spazio per diatribe attraverso mezzi e mezzucci che non fanno il bene di Voghera. Vogliamo governare la città, non inseguire becere ritorsioni da parte di chi non accetta che un percorso amministrativo possa concludersi anzitempo. Per questo, non sentiamo alcun bisogno di ribadire la nostra assoluta lontananza da qualsiasi forma di razzismo, intolleranza, violenza. Sono valori che ci appartengono da sempre, sono valori che ci accompagnano nel lavoro che stiamo portando avanti per una città inclusiva, accogliente, attenta ai bisogni delle persone più fragili. Chi si muove con questi metodi risponderà delle proprie responsabilità nelle sedi competenti. La nostra responsabilità è lavorare per Voghera e per i Vogheresi". 

Il caso Adriatici

Massimo Adriatici, che si è dimesso, è indagato dalla Procura di Pavia per eccesso colposo di legittima difesa. Il 21 luglio ha esploso un colpo di pistola con ala sua Beretta (regolarmente detenuta) contro Youns El Boussettaoui, uccidendolo. Lo sparo aveva seguito una colluttazione con il 39enne, che era già satto segnalato nei giorni precedenti per urbiachezza molesta. 

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