Cervesina (Pavia) - "Prima di chiamare il 112 ho preso un bastone e ho alzato il cappuccio della felpa, così ha avuto la certezza che si trattava di un corpo umano". Ezio Arbusti racconta il macabro ritrovamento che ha fatto martedì mattina, dando poi il via alle operazioni di recupero del cadavere dal Po, per quello che è un mistero ancora irrisolto: il corpo non è stato identificato. "E’ una zona che io frequento durante la stagione della caccia – racconta il testimone oculare – e sono venuto a fare un giro col cane. Quando sono arrivato sulla riva del Po, c’erano degli alberi caduti nell’acqua e in mezzo ai rami c’era quello che io ho pensato subito che fosse un corpo umano. Era con la pancia sul ramo, aveva fuori dall’acqua la schiena e si vedevano i pantaloni, con una cintura nera, una felpa mimetica e aveva il cappuccio sopra la testa, immerso nell’acqua". Lanciata quindi l’allerta dal cacciatore, è scattata la macchina dei soccorsi con l’intervento di carabinieri e vigili del fuoco per la delicata operazione del recupero del corpo dal Po, nel ramificato tratto della confluenza del torrente Staffora. Come aveva riferito subito ai carabinieri, il testimone conferma che probabilmente quel corpo era nella stessa posizione già da gennaio.
"Venendo qui a caccia nel mese di gennaio - ribadisce il testimone - già allora avevo notato che c’era qualcosa, però il livello dell’acqua era più alto, era sommerso e non capivo allora che era un corpo umano, sembravano stracci". Quelli che invece erano i vestiti sul corpo maschile, come poi confermato anche dai primi riscontri sul cadavere, per quanto in avanzato stato di decomposizione. La saponificazione della pelle conferma una lunga permanenza in acqua, anche se per datare anche approssimativamente il decesso si dovrà attendere l’autopsia, disposta dalla Procura ma non ancora fissata. E anche la causa della morte non è nota. Per ora i carabinieri non hanno trovato alcun riscontro tra le persone scomparse, né in zona né in Piemonte, seguendo il corso a monte del Po.