Un pezzo di storia che se ne va. Da qualche giorno, con netto anticipo rispetto alle scadenze previste per metà novembre, sono partiti i lavori di smantellamento delle sei casotte, le tipiche costruzioni della riviera del Ticino, costruite abusivamente oltre cinquant’anni fa nella zona della Lanca dell’Ayala. A imporre la demolizione è stata un’ordinanza del sindaco Andrea Ceffa.
Sul provvedimento non ci sono state proteste né azioni legali, anche se non è mancata l’amarezza per un atto da qualcuno giudicato iniquo, considerato che le costruzioni sorgono sul terreno del Demanio da almeno cinque decenni se non di più e il fatto che non fossero autorizzate è stato chiaro sin dal primo momento. Tecnicamente quindi sono abusi edilizi che devono essere sanati con l’abbattimento delle costruzione e il ripristino dello stato dei luoghi.
L’indagine sulle casotte risale a un paio di anni fa, a seguito di un fatto tragico: la morte di un uomo caduto in acqua dall’imbarcazione su cui si trovava con un amico, che si era messo in salvo, quando il fiume era in piena. In quei giorni i carabinieri di Vigevano avevano rilevato la presenza delle costruzioni e avviato accertamenti in merito. Le casotte sorgono non lontane dalla darsena che ospita 200 imbarcazioni. Da lì erano arrivati i sopralluoghi di militari, tecnici del Parco del Ticino e del Comune ed era stato avviato l’iter.
Intanto prende forma il futuro: a breve Comune e Parco del Ticino si incontreranno per dare impulso al piano, messo a punto una ventina di anni fa, per la completa riqualificazione della lanca, uno degli angoli più caratteristici dell’asta del Ticino.
Umberto Zanichelli