Caso Eitan, lo zio paterno: "Deve tornare a casa, stavamo per adottarlo"

Or Nirko pensa che il nipotino possa essere nascosto in qualche appartamento

Or Nirko, zio paterno del piccolo Eitan

Or Nirko, zio paterno del piccolo Eitan

Pavia - "Eitan, ti vogliamo bene e ci manchi". Lo zio paterno dell’unico superstite della tragedia del Mottarone, Or Nirko vuole far arrivare fino in Israele tutto il suo amore per quel nipotino che aveva accolto in casa dopo la tragedia del 23 maggio e le dimissioni dall’ospedale Regina Marghetita di Torino. "Eitan fa parte della nostra famiglia - ha aggiunto lo zio - e vorremmo tornasse presto a casa. Stavamo per avviare le pratiche per l’adozione. Il rapimento ha sospeso tutto".

Perché Eitan che sabato mattina è uscito tutto felice con il nonno Shmuel con il girello e la carrozzina, all’ora pattuita non ha fatto rientro. "Doveva tornare alle 18,30 - ha ricordato Or Nirko -, alle 19,40 abbiamo ricevuto un messaggio con il quale ci dicevano che Eitan era a casa. Sono uscito a vedere se fosse arrivato, ma non c’era. Il nonno se l’era portato via". Un gesto annunciato quello compiuto dai Peleg, gli unici a rilasciare interviste durante la degenza del bambino. E in quelle occasioni il nonno non ha mai nascosto di voler riportare in Israele il bambino. Anche la zia aveva scritto sul suo profilo Facebook che avrebbe voluto venirsi a prendere il bambino e alcuni amici avevano cercato di dissuaderla perché si sarebbe trattato di un rapimento e con quel gesto avrebbe compromesso la possibilità di un affidamento. "Shmuel Peleg - ha proseguito lo zio paterno del bambino - sicuramente non ha agito da solo. Ha avuto i soldi per pagarsi un aereo privato e per pagare qualcuno che non controllasse loro il passaporto. E con il nonno e il bambino molto probabilmente c’era anche la nonna che, guarda caso, il giorno prima è arrivata in Italia".

Da ieri la nonna è iscritta nel registro degli indagati e in serata il nonno è stato messo ai domiciliari dalle forze dell’ordine israeliane. Interrogato, però, non intende rivelare dove si trovi il bambino. "Hanno diverse proprietà - ha detto ancora Or Nirko -, lo terranno in qualche appartamento, come i soldati dell’esercito israeliano sono tenuti prigionieri nelle carceri di Hamas. Domani (oggi per chi legge) speriamo di sapere, grazie alla polizia israeliana, dov’è Eitan e speriamo così che torni presto da noi". La speranza della famiglia che vive a Travacò Siccomario e che è pronta a fare le valigie per andarsi a riprendere in Israele il bambino è che le autorità dei dei Paesi coinvolti siano veloci a trovare il bambino e restituirlo alla famiglia che era stata incaricata dal tribunale di occuparsene. Al momento il piccolo sarebbe in quarantena da qualche parte nel rispetto delle regole anti Covid e dovrebbe essere sottoposto a un tampone rapido e a uno molecolare. Intanto al nonno del bambino, Shmuel Peleg lo zio lancia un appello: "Se provi un po’ d’amore per il bambino riportalo a casa per il benessere di Eitan".