GABRIELE MORONI
Cronaca

Pavia, il cardiotrapiantato da record: "Supererò anche questa sfida"

Dal 1985 Taricco vive con il cuore di un giovane magentino, nessuno come lui in Europa. Poi un’infezione polmonare

Gian Mario Taricco e la famiglia

Pavia, 27 aprile 2020 -  La vita più volte riconquistata. La vita da difendere. È il cardiotrapiantato più antico e longevo d’Italia e d’Europa, il secondo nel mondo dopo una donna americana. Il 17 novembre 1985, nella cardiochirurgia del Policlinico di Pavia, l’équipe di Mario Viganò sostituisce il cuore di Gian Mario Taricco, condannato da una miocardiopatia dilatativa, con quello di un quattordicenne di Magenta, morto in un incidente stradale. Nella storia di Taricco anche un trapianto di reni, nel dicembre del 2016, e una grave infezione polmonare. Oggi ha 55 anni. Vive a Mondovì, provincia di Cuneo, con la moglie e i due figli. È impiegato alla Ubi Banca.

Un’altra prova, dopo il trapianto di cuore, quello di un rene, l’infezione polmonare. "Una situazione così grave e improvvisa non me la sarei mai immaginata. In ogni caso, sto affrontando questa emergenza seguendo alla lettera le indicazioni dei sanitari e le regole imposte dai vari decreti governativi che si sono succeduti nel tempo. La mia condizione di persona immunodepressa mi costringe a usarmi particolari cautele in ogni mio comportamento: esco di casa pochissimo e al momento non sto lavorando".

Il suo sembra essere un destino da combattente. "Certamente. È dall’estate del 1985 che devo fare fronte a imprevisti di ogni tipo. Ormai ci ho fatto l’abitudine. Anzi, direi che mi sento forse più preparato di altri ad un comportamento resiliente. Dopo trentacinque anni sono ormai abituato a preservare la mia salute e quindi la mia vita, a lottare per esse, e ad adeguarmi agli imprevisti che mi capitano di volta in volta".

Come sino le sue giornate? "Le giornate trascorse interamente in casa mi consentono di avere molto tempo a disposizione, che impiego in attività finora forzatamente trascurate. Ad esempio, posso aiutare mia moglie in alcuni lavori di casa. Ho riscoperto la lettura, integrale e rilassata dei quotidiani e grazie ai miei figli sto apprezzando anche alcune serie televisive. Ecco, un aspetto positivo di questo periodo è che posso trascorrere molte ore in compagnia della mia famiglia".

Timori? "A livello personale timori e dubbi sul mio stato di salute sono ovviamente aumentati, una volta presa coscienza dell’effettiva gravità e pericolosità della pandemia. Sono perfettamente conscio delle mie fragilità. Da un punto di vista generale, sono invece molto preoccupato della crisi economica che si sta generando a seguito delle restrizioni, per quanto necessarie”.

Il lavoro? "Sono a casa, dal momento che per i soggetti immunodepressi il governo ha previsto la possibilità di usufruire di “permessi sanitari cautelativi” fino al 3 maggio. Poi si vedrà. A dire la verità, tornerei volentieri al lavoro, anche perché questo vorrebbe dire che la situazione sta migliorando. Voglio ringraziare i miei colleghi che, tra mille difficoltà, stanno lavorando anche per me".

Cosa le viene da pensare quando riflette su se stesso e sul suo record? "È da qualche anno che, ogni tanto, mi viene ricordato il mio record europeo di sopravvivenza post-trapianto. Il pensiero mi provoca reazioni contrastanti. Soddisfazione e orgoglio. Riconoscenza per la persona che vive in me e per i suoi familiari. Riconoscenza nei confronti di tutti coloro, in primis il professor Viganò, che hanno contribuito a questo miracolo. Questo da una parte. Dall’altra, visto che ho un passato di sportivo, sono consapevole che, statisticamente, i record sono fatti per essere battuti".

Oltre alla sua famiglia, con chi parla, chi ha vicino? “Non ho molti rapporti con l’esterno. Sento al telefono mia mamma e mia sorella e sono spesso in contatto con alcuni colleghi della banca che mi consultano su pratiche che stavo seguendo prima della mia assenza forzata e vanno portate avanti".

Una domanda che si sarà sentito rivolgere un numero infinito di volte: si sente un sopravvissuto? "Certamente: sopravvissuto e sopravvivente. Citazione Ligabue 1993".